Mef, il Covid abbassa la spesa per le pensioni: ma il gas spinge il rialzo

Il nuovo rapporto mette in luce come, nel 2023, nel caso l'Italia si trovasse in crisi con di gas, la spesa pensionistica potrebbe lievitare non di poco

Economia
Condividi su:

Pensioni, Mef: cala la spesa nel 2022 ma si prevede un nuovo balzo nel 2023 (oltre il 17% del Pil). Le stime      

Il rapporto tra spesa pensionistica e Pil, che tra il 2019 il 2022 è tornato ad aumentare con un picco del 17% del Pil nel 2020, è destinato a ripiegare su un livello pari al 15,7% nel 2022, valore che è oltre 0,5 punti percentuali di Pil superiore al dato del 2018.

Lo indica il Ministero dell'economia nel rapporto “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario”, stimando per il 2023 che la spesa per pensioni cresca "significativamente portandosi al 16,2% del Pil".

Tesoro, 20 anni per riassorbirlo. Oneri +0,4 punti Pil

"Il deterioramento del quadro macroeconomico e l'impatto dello shock sui prezzi delle materie prime produce effetti non trascurabili sulla spesa per pensioni".

"A seguito del meccanismo di indicizzazione" delle pensioni all'inflazione, la spesa per pensioni nel 2023-2024 "aumenta di oltre 0,7 punti di Pil rispetto alla precedente previsione". In pratica di oltre 13 miliardi. Gli effetti di tale "shock inflazionistico", si stima, "vengono solo lentamente riassorbiti" in un ventennio, con un aumento medio di 0,4 punti Pil.

Pensioni, con ipotesi carenza gas previsto il boom della spesa oltre il 17% del Pil

Se l'Italia dovesse trovarsi in uno scenario di carenza di gas, la spesa per le pensioni è destinata ad aumentare "velocemente, a causa dell'indicizzazione dei trattamenti all'inflazione, di 0,7 punti nel 2023 e di 1 punto di Pil nel 2024, attestandosi al 17,1% del Pil". Se lo choc fosse più severo e prolungato, la spesa aumenterebbe "ancor più marcatamente" (+1 punto nel 2023 e +1,1 nel 2024), arrivando ad attestarsi "su un livello massimo pari al 17,2% del Pil".

"Le previsioni scontano, inter alia, gli effetti della significativa maggiore indicizzazione delle prestazioni - si spiega nel rapporto della ragioneria - imputabili al notevole incremento, rispetto a quanto precedentemente stimato dalla Nadef 2021, del tasso di inflazione registrato nella parte finale del 2021 e previsto per l'anno 2022".

Per quanto riguarda gli anni successivi, il rapporto spesa-Pil "tende a stabilizzarsi fino al 2030", anche in presenza di ipotesi di crescita meno favorevoli - si spiega nel rapporto - grazie all'esaurirsi degli effetti del nuovo canale di accesso al pensionamento anticipato introdotto con Quota 100 e Quota 102 e "grazie all'ipotizzato parziale recupero dei livelli occupazionali precedenti sia all'adozione del provvedimento che ha introdotto Quota 100 sia allo scoppio della crisi sanitaria".

Guardando ancora più avanti, il rapporto spesa/Pil "aumenta velocemente" fino a raggiungere il picco relativo del 16,8% nel 2044. Nella seconda parte dell'orizzonte di previsione, il rapporto inizia una rapida discesa, con la spesa che si attesta al livello del 16,1% del Pil nel 2050 e al 13,7% nel 2070.