Meloni fa il jackpot in Borsa, cresciuto di oltre 100 miliardi il valore delle partecipate del Tesoro. Boom di Mps
StMicroelectronics, per contro, è l'unica società, tra le partecipate, ad aver visto la sua capitalizzazione scendere da 31 a 23 miliardi di euro
La premier Giorgia Meloni andrà al seggio, ma senza ritirare le schede (foto Lapresse)
Meloni fa il jackpot in Borsa
Essere amici di Donald Trump porta bene al governo Meloni. Almeno in Borsa. Infatti, è cresciuto di oltre 100 miliardi di euro il valore delle nove partecipate (direttamente o indirettamente) del Ministero del Tesoro (Mef) che sono Enel, Eni, Leonardo, Fincantieri, Montepaschi, StMicrolectronics, Poste, Terna e Tim.
E dunque il Ministero dell’economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, ha visto il valore del suo portafoglio incrementarsi del 75% a 271 miliardi di euro. A questo si aggiungono i dividendi per oltre 31 miliardi di euro, molto meglio di quanto fatto nello stesso periodo dal totale delle società quotate a Piazza Affari. I campioni di crescita sono Leonardo, Fincantieri e Mps, che hanno visto, in tre anni, una crescita in Borsa rispettivamente del 549%, 491%, 261%.
Tra le partecipate, la maggiore per capitalizzazione (circa 86 miliardi) è l'Enel che ha visto il titolo raddoppiare nel periodo passando da 4,29 a 8,48 euro, con la cedola cresciuta del 18% a 0,47 euro. Bene anche Eni (che vale circa 50 miliardi), che ha guadagnato il 22% nei tre anni. E lo stesso vale per Poste Italiane che ora capitalizza oltre 26,3 miliardi rispetto agli 11 miliardi di ottobre 2022, con 3,3 miliardi di dividendi pagati agli azionisti nei tre anni.
Terna ha toccato nel 2025 il massimo storico a 9,1 euro per azione, con una capitalizzazione di 18,2 miliardi. Anche le azioni di Tim sono salite e ora valgono circa 0,5 euro, un prezzo che non vedeva dalla proposta di acquisto (totale, non solo la rete) di Kkr nel 2021. Ora le cose per Tim potrebbero migliorare dopo l'ingresso di Poste Italiane, che ha ora il 24,8% del gestore telefonico, con cui la società dovrebbe realizzare sinergie significative il cui impatto sui conti dovrebbe essere quantificato con il nuovo piano industriale che sarà presentato nel febbraio 2026.
StMicroelectronics, per contro, è l'unica società, tra le partecipate, ad aver visto la sua capitalizzazione scendere da 31 a 23 miliardi, pur occupandosi di un settore strategico cruciale come quello dei chip. Il gruppo, partecipato con quote paritetiche dal governo italiano e da quello francese, è oggetto di discordia tra i due principali azionisti.
Da sottolineare che il governo italiano ha più volte tentato di sostituire l’ad espresso dai francesi, e che, evidentemente, non riesce a mettere a punto strategie significative per raddrizzare il destino della società. Tra gli altri dati positivi a livello economico per il governo Meloni, lo spread Btp-Bund che è molto migliorato, sceso da 224 a 79 punti base. Tanto che Fitch ha alzato il rating da BBB- a BBB+ e Moody’s che lo ha mantenuto a Baa3, ha invece promosso l'outlook da stabile a positivo. Per finire, il successo maggiore: Dbrs Morningstar che ha alzato il merito di credito ad A dal precedente BBB.