Moda, La Perla sempre più in crisi: chiesto il fallimento

Il passaggio è considerato essenziale per garantire la continuità aziendale e proteggere i più di 200 dipendenti tra lo stabilimento di Bologna

di Redazione Economia
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Lavoratori in sciopero La Perla
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Moda, La Perla sempre più in crisi: chiesto il fallimento

La situazione critica de La Perla entra in una fase ancora più difficile. Dopo il mancato accordo al tavolo convocato presso il Mimit-Ministero delle imprese e del Made in Italy, quando l'azienda si era presentata con un delegato sprovvisto di mandato, ora i creditori si sono attivati e uno di essi ha presentato al tribunale di Bologna la richiesta di fallimento per la società sotto il controllo del fondo Tennor. Lo riporta Mf Fashion. La richiesta, avanzata da un fornitore legato alla parte manifatturiera, ha ricevuto il supporto dei rappresentanti degli organi sindacali, i quali mirano non solo alla dichiarazione di fallimento, ma soprattutto alla nomina di un amministratore controllato. Quest'ultimo passo è considerato essenziale per garantire la continuità aziendale e proteggere i più di 200 dipendenti tra lo stabilimento di Bologna e la divisione retail, i quali non hanno ricevuto lo stipendio dal mese di ottobre.

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La decisione finale spetta ora al tribunale di Bologna, che esaminerà il caso il 15 dicembre. Stefania Pisani di Fdctem Cgil Bologna ha dichiarato a MFF che si punta a essere convocati per giungere a una soluzione che scolli le sorti della società italiana da quella britannica, La Perla Global Management Ltd, già in liquidazione secondo la sentenza di un tribunale inglese. La messa in liquidazione, avvenuta poco prima dell'incontro al Mimit, è stata causata dal mancato pagamento di 2,8 milioni di sterline (circa 3,27 milioni di euro al cambio attuale) di imposte, con richiesta avanzata dall'erario britannico e sostenuta da due creditori. Questa sentenza ha comportato il blocco dei conti poiché il flusso di cassa de La Perla partiva da Londra.

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L'unica via di sopravvivenza per la parte italiana sembra legata alla dichiarazione di stato di insolvenza e alla nomina di un commissario. Questa soluzione consentirebbe all'azienda di mantenere lo sviluppo delle collezioni e di far emergere la situazione reale, non solo dei conti aziendali, ma anche per quanto riguarda il rispetto dei debiti erariali. Pisani di Filctem Cgil ha evidenziato che la richiesta di informazioni sui debiti erariali è stata avanzata da settembre senza ricevere alcuna risposta. Inoltre, l'associazione sindacale si è costituita tra i creditori a causa del mancato pagamento dei contributi sindacali, trattenuti dalle buste paga dei lavoratori ma non pervenuti per diversi mesi. In contemporanea con la convocazione in tribunale, è stato proclamato uno sciopero con una manifestazione a Bologna.