Moody's declassa il rating degli Usa ad Aa1. Cottarelli, "debito troppo alto, ora vediamo la spending review di Elon Musk "

'Non meritavano AAA. Moody's si allinea ad altre agenzie, clima incertezza negoziati dazi non semplici' - L'analisi di Carlo Cottarelli

di redazione
Economia

Moody's declassa il rating degli Usa ad Aa1

L'agenzia di rating Moody's ha declassato il rating del credito degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, citando i crescenti livelli del debito pubblico e i costi di rimborso degli interessi. L'agenzia ha inoltre modificato l'outlook per gli Usa da negativo a stabile.

Usa: Cottarelli, debito troppo alto, non meritavano AAA

Il taglio del rating di Moodys "si allinea con i declassamenti" delle altre agenzie, dato che già Fitch e S&P avevano rivisto il giudizio massimo nei confronti degli Usa. Così all'Adnkronos Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica di Milano.

D'altra parte, osserva l'ex direttore del Fmi, "con un debito raddoppiato negli ultimi 20 anni, gli Usa non meritano un giudizio AAA e ad ogni modo restano con una valutazione elevata" ad AA1. "Quello che finora ha tenuto è l'elevata crescita che aiuta la sostenibilità del debito con un rialzo del debito-pil contenuto" ma "nonostante questo negli ultimi anni il debito è cresciuto parecchio e Trump ha ereditato" questa situazione. "Ora - sottolinea Cottarelli - bisogna vedere come si evolverà la spending review di Elon Musk ma al momento i tagli sono stati modesti". C'è poi in vista "un aumento della spesa per la difesa, la sanità e le pensioni", che peseranno sul debito Usa.

In questo quadro si inserisce la scelta dei dazi finalizzata a spingere l'economia interna e sanare lo squilibrio della bilancia commerciale. "I dazi sono una strategia per far rinascere il settore manifatturiero ma non è possibile riportare indietro orologio di 50 anni" e gli effetti si sono visti, da qui "la scelta obbligata di una tregua" per "creare un po' di spazio per evitare la recessione", spiega Cottarelli. Una sospensione provvisoria delle tariffe che "nell'immediato è una buona notizia perché ha stabilizzato i mercati ma - avverte - resta il fatto che gli indicatori sul sentiment delle famiglie americane sono ai minimi storici e il dato sulla crescita del primo trimestre ha segnato un -0,3% annuo". Inoltre "i negoziati non saranno semplici e quindi - conclude - resterà un clima di incertezza".

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