Morandi, Autostrade fuori dal processo. Famiglie delle vittime: "Vergogna"

Intanto un uomo dei Benetton ammette le responsabilità del gruppo per la strage del 2013 del viadotto di Acqualonga, costato la vita a 40 persone

Economia
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Morandi, la rivelazione di un uomo dei Benetton su un caso simile

Prosegue il processo per il crollo del ponte Morandi a Genova, costato la vita a 43 persone. Ma l'udienza di ieri ha fatto registrare un colpo di scena, annunciato ma sorprendente. Autostrade per l’Italia e la sua società gemella deputata ai controlli delle infrastrutture, Spea Engineering, - si legge sulla Stampa - sono fuori dal processo e non risponderanno civilmente per i morti e per tutti i danni legali. Accolta la richiesta fatta dalle due società coinvolte nella strage. Una scelta che ha scatenato l’ira dei parenti delle vittime che hanno gridato "vergogna". A parlare per tutti Egle Possetti, portavoce del comitato Ponte Morandi che si è detta "amareggiata e delusa per questa decisione. Abbiamo sperato fino all’ultimo che Autostrade e Spea potessero rimanere dentro il processo anche e soprattutto per una questione di immagine, peccato davvero". La portavoce aggiunge: "Autostrade e Spea sono fuori ed è come se fossero liberi dalla responsabilità di quanto accaduto quel giorno".

A febbraio - riporta la Verità - è attesa la sentenza di appello anche per il disastro del viadotto nei pressi di Avellino, risalente al 28 luglio 2013, quando un pullman con 48 pellegrini precipitò a causa di un guasto meccanico, dopo aver sfondato le barriere di protezione, che si scoprì poi, non erano a norma. In questo procedimento è emersa una nuova verità. Giovanni Mion, uomo dei Benetton, interrogato dai pm ha ammesso le colpe del gruppo per quella tragedia, costata la vita a 40 persone. Mion punta il dito contro l'ex ad di Aspi, assolto in primo grado: "Castellucci controllava tutto, in tribunale hanno fatto i furbi. Il suo modo di lavorare era in radicale contrasto con la sentenza".