Mps-Mediobanca, parte la corsa al vertice: chi è Vittorio Grilli, l'uomo di Draghi ed ex ministro, tra i favoriti per la presidenza
Mps prepara la lista per il nuovo Cda: Vittorio Grilli, ex ministro ed ex dirigente J.P. Morgan, emerge come il profilo ideale per guidare la nuova Mediobanca
Dal ministero dell’Economia a J.P. Morgan: Vittorio Grilli in pole per guidare Mediobanca
Mps ha appena messo le mani su Mediobanca con un’operazione che segna un cambio d’epoca nella finanza italiana. Piazzetta Cuccia non è più la roccaforte intoccabile di un tempo: adesso, con l’Opas, il baricentro si sposta verso Siena. Ma la conquista è solo il primo tempo: la vera sfida sarà riscrivere i vertici e ridisegnare il ruolo della nuova Mediobanca.
Per ora il vero nome che si staglia con forza per la presidenza è quello di Vittorio Grilli. Milanese, classe 1957, laurea in economia alla Bocconi, master e PhD a Rochester, incarichi accademici a Yale e al Birkbeck College di Londra, è la figura che più di tutte unisce i mondi che Mediobanca dovrà tenere insieme: governo, mercati internazionali e grandi famiglie del capitalismo italiano.
Il salto nella macchina dello Stato avviene negli anni ’90, al fianco di Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro. Con lui Grilli gestisce il delicatissimo processo di privatizzazioni. Da lì diventa ragioniere generale, poi direttore generale del Tesoro, fino a scalare il ministero dell’Economia e arrivare nel 2012 a indossare la fascia di ministro nel governo Monti, in piena emergenza spread.
Nel 2014 approda a J.P. Morgan come chairman della Corporate & Investment Bank per l’area Emea. È un incarico che lo proietta tra i grandi banchieri globali: dialoga con governi, multinazionali e grandi fondi sovrani. In questi anni firma dossier di peso: dal riassetto di Atlantia con i Benetton e Blackstone, alla vendita della rete Tim a Kkr, fino al supporto a Mps nell’assalto a Mediobanca
Uomo di basso profilo pubblico, Grilli è stato anche travolto da qualche riflettore indesiderato: il divorzio da Lisa Lowenstein e la vicenda dei conti offshore, chiarita con la pubblicazione dei redditi. Ma queste parentesi non hanno scalfito la sua reputazione né in Italia né all’estero.
Insomma Grilli oggi è un profilo che rassicura e pesa allo stesso tempo. Ha relazioni solide con le istituzioni italiane ed europee, parla il linguaggio dei mercati globali e conosce le dinamiche del capitalismo familiare italiano, da Caltagirone a Del Vecchio. È esattamente quel "ponte" che la nuova Mediobanca dovrà incarnare.