Neuralink, dopo il chip nel cervello ora Musk vuole ridare la vista ai ciechi

Il primo paziente operato da Neuralink, grazie al chip impiantatogli nel cervello, riesce ora muovere un cursore su uno schermo con la sola forza del pensiero

di Redazione Economia
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Musk: “Neuralink darà la vista ai ciechi”

Elon Musk è il Prometeo del ventunesimo secolo, un ribelle geniale che sfida le convenzioni rompendo le catene dell'ordinario. Come l'eroe della mitologia greca ha sfidato gli dei donando il fuoco agli umani, Musk promette di donare la vista ai ciechi o di giocare a scacchi usando la sola forza del pensiero. 

E se Prometeo pagò caro il proprio dono, quelli di Musk, potenti e pericolosi, aprono nuove questioni concettualmente inesplorate, le cui implicazioni più probabili fanno accapponare la pelle. Non è tanto la tecnologia in sé che spaventa, ma piuttosto l'uso che la società attuale ne potrebbe fare. Tra questi, il dono di Musk all'umanità è la sua Neuralink che sta sviluppando un impianto cerebrale per consentire agli esseri umani di utilizzare i segnali neurali per controllare tecnologie esterne, il tutto con uno scopo prettamente medico.

Uno dei casi più emblematici è quello di Noland Arbaugh, un uomo di 29 anni paralizzato dalla vita in giù. Grazie al chip Neuralink, Arbaugh è stato in grado di muovere un cursore su uno schermo soltanto con la forza del pensiero, una capacità che precedentemente richiedeva il movimento dei denti su un joystick.

Eppure, quello che sembra un miracolo è solo l'inizio di ciò che Musk ha in serbo. Il magnate ha un'ambizione ancora più ardita: ridare la vista ai non vedenti. Un obiettivo che Neuralink sta perseguendo dal 2022, e che Musk crede possibile poiché la parte del cervello responsabile dell'elaborazione delle informazioni visive rimane intatta anche nelle persone nate cieche. "Blindsight" è il nome del progetto in casa Musk, e nonostante all'inizio la qualità visiva potrebbe essere limitata, secondo il ceo di Tesla, alla fine potrebbe superare persino quella umana.

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Ma mentre Arbaugh ora può giocare ai videogiochi usando solo la sua mente, trasmettendo impulsi elettrici dal cervello a un computer che li traduce in azioni sullo schermo. Per ripristinare la vista il procedimento è completamente l'opposto. Qui, un segnale elettrico viene inviato direttamente alla corteccia visiva da una videocamera integrata in occhiali smart o dispositivi simili. La vera difficoltà sta nel rendere questo segnale interpretabile dal cervello stesso, che è molto più complesso di una semplice macchina programmabile.

Attualmente, ci sono migliaia di volontari in attesa dei test clinici. L'obiettivo di Neuralink è impiantare chip in 11 individui entro il 2024, con previsioni di raggiungere circa 22.000 persone entro il 2030, secondo stime di Bloomberg. Il costo di ogni impianto per l'azienda è di circa 10.000 dollari, ma i pazienti dovranno pagare molto di più, intorno ai 40.000 dollari.

Sebbene le interfacce cervello-computer non siano una novità, il primo paziente operato da Neuralink è tornato a casa il giorno successivo all'intervento, con il chip completamente integrato nel cranio e ha impiegato solo pochi giorni per capire e sfruttare appieno il dispositivo. Insomma il dono del fuoco di Elon agli uomini esiste, si spera che se questi progetti avranno esito favorevole e una concreta realizzazione pratica, possano rivoluzionare decisamente la vita umana e l'ecosistema dell'intero pianeta.