Acea partecipa al progetto Precious Plastic: un laboratorio di riuso della plastica al carcere di Montorio
Il progetto, partito a settembre 2025, sta vivendo ora una prima fase di sperimentazione con la realizzazione dei primi pannelli in plastica riciclata
Acea porta competenze e valore nel progetto Precious Plastic: un laboratorio di riuso della plastica al carcere di Montorio cofinanziato dal Comune di Verona
Il progetto Precious Plastic nasce dall’incontro tra riciclo e inclusione sociale: i rifiuti plastici diventano materia prima per produrre manufatti, mentre i detenuti partecipano a percorsi formativi che li avvicinano al lavoro, rafforzando competenze e consapevolezza ambientale. Si tratta di un’iniziativa che coniuga innovazione, sostenibilità e responsabilità verso il territorio, attivata all’interno della Casa Circondariale di Montorio e sostenuta dalla Fondazione Cariverona attraverso il Bando Sinergie, promosso per facilitare collaborazioni tra mondo profit e non profit a beneficio della comunità.
“Questo progetto", spiega Andrea Di Fabio, dell’ufficio comunicazione di Cariverona, "segue tre punti chiave della nostra fondazione: l’aspetto ambientale, con il riciclo della plastica, l’aspetto umano, la formazione dei detenuti, e l’aspetto sociale, trasformando il carcere in un luogo generativo di nuove possibilità. Precious Plastic non è solo un laboratorio di trasformazione della plastica all’interno del carcere ma è anche un prototipo di futuro perché mette in piedi una filiera che avrà capacità di reggersi nel tempo”.
Nel laboratorio, che sarà operativo dal 2026, verranno prodotti i materiali da immettere poi sul mercato. I detenuti potranno così acquisire competenze tecniche spendibili nel mondo del lavoro che ridaranno loro dignità, motivazione e nuove possibilità. Precious Plastic è supportato e cofinanziato dal Comune di Verona, che valuta l’integrazione dei prodotti riciclati nei programmi di rigenerazione urbana.
“Questo progetto", afferma l’assessora ai Servizi Sociali Luisa Ceni, "dimostra cosa vuol dire una comunità che si attiva e che lavora insieme per un unico scopo: il recupero, che può essere inteso in tante accezioni: in questo caso, la plastica che viene buttata via e che Amia recupera. Però siamo portati anche a pensare alle persone che vengono scartate, come quelle che vanno in carcere di cui tendiamo a dimenticarci perché non vogliamo vederle. Invece non si scarta nessuno; dobbiamo recuperare tutti, come dice la nostra Costituzione, lavoriamo sulle persone, perché a ogni persona va offerta una seconda possibilità. Progetti di questo tipo possono cambiare il volto della nostra città. I manufatti che verranno realizzati avranno un mercato che può essere ampissimo”.
“La Costituzione", sottolinea la direttrice del Carcere di Montorio Maria Grazia Bregoli, "afferma che il diritto al lavoro è un diritto; non fa distinzioni fra cittadini liberi e detenuti. Afferma inoltre che la finalità della pena è la rieducazione. Questo progetto riassume questi fondamentali principi: nessuno viene scartato, tutti vengono valorizzati, perché saranno cittadini che torneranno nel nostro contesto sociale. Il progetto non ha solo valore di inclusione sociale ma lancia un messaggio educativo e di civiltà, perché oggi più che mai è importante fare attenzione anche all’ambiente”.
Il progetto, partito a settembre 2025, sta vivendo ora una prima fase di sperimentazione con la realizzazione dei primi pannelli in plastica riciclata. L’obiettivo è dare il via alla produzione interna alla casa circondariale con la primavera. Precious Plastic è il risultato di un’alleanza ampia e virtuosa, che vede coinvolte istituzioni, imprese, enti del terzo settore e realtà associative del territorio veronese, ciascuna con un ruolo fondamentale.
Capofila del progetto è Reverse che con la sua esperienza decennale all’interno del carcere con la falegnameria Reverse In è responsabile della progettazione e produzione dei manufatti in ottica di economia circolare, lavorando in stretta connessione con i fornitori, i progettisti e il personale detenuto.
“Precious Plastic può essere prototipo di filiera sostenibile e inclusiva, replicabile in altri territori con bisogni simili", spiega Federica Collato vicepresidente di Reverse. "È un ecosistema di collaborazione, un progetto pilota che possiamo immaginare replicato in altre realtà che condividono sfide e bisogni simili. È la dimostrazione che, grazie alla cooperazione tra pubblico, privato e terzo settore, è possibile generare impatti positivi tangibili: riducendo l’impatto ambientale, creando opportunità di lavoro, offrendo nuove prospettive a chi sta costruendo la propria futura versione di sé”.
A supportare con attività formative e a cofinanziare il progetto insieme al Comune, è Amia. “Appoggiamo volentieri una start-up che si occupa del recupero di materiale plastico e con l’obiettivo che diventi poi indipendente e ovviamente con grande piacere visto che oltre all’ambiente si parla anche di recupero sociale e di offrire formazione e opportunità di impiego ai cittadini detenuti”, sottolinea il presidente di Amia Roberto Bechis.
Il progetto coinvolge inoltre Meg Srl, eccellenza veronese nel trattamento dei rifiuti che condividerà il proprio know-how tecnico per garantire l’alta qualità del materiale rigenerato contribuendo in maniera determinante all’efficienza della filiera e fornirà la plastica da avviare al riciclo. “Siamo orgogliosi di partecipare al progetto Precious Plastic Verona", afferma Andrea Bovelli, amministratore delegato Meg Srl, "un’iniziativa che dimostra come l’economia circolare possa generare valore e inclusione. Mettiamo a disposizione la nostra esperienza e quella di tutto il Gruppo Acea nel riciclo delle plastiche per sostenere un laboratorio che è non solo produzione, ma anche formazione e reinserimento sociale”.
Sono inoltre coinvolte nel progetto Giracose Odv, che con la sua esperienza nella lavorazione artigianale della plastica sta collaborando a questa prima fase iniziale del progetto testando e sviluppando tecniche di trasformazione del materiale, la fondazione Edulife Ets che curerà i percorsi formativi rivolti ai detenuti, monitorando l’efficacia degli interventi e misurandone l’impatto economico e sociale, Fondazione Esodo e My Planet 2050 Aps.