AGICI: presentato il report sugli investimenti per il Net Zero 2050

Carta (AGICI): "Nel percorso verso gli obiettivi di Net Zero, gli operatori italiani hanno dimostrato grande reattività nell’adeguare le reti alle sfide presenti"

di Elisabetta Marciano
Corporate - Il giornale delle imprese

AGICI: pubblicato il report sugli investimenti per il Net Zero 2050, Italia protagonista ma servono 1.010 miliardi di euro

L’Italia accelera con decisione verso l’obiettivo di una transizione energetica completa e sostenibile. Nel 2024 si registra un incremento significativo degli investimenti nelle reti: +18% per le multiutility e le compagnie energetiche, +26% per gli operatori di rete, rispetto all’anno precedente. Un segnale chiaro dell’impegno italiano nel rafforzare le infrastrutture critiche del Paese, specialmente in un contesto europeo dove la sfida della decarbonizzazione si fa sempre più stringente.

Secondo quanto emerso dall’analisi di AGICI, presentata oggi nell’ambito dell’evento The role of utilities and their networks in achieving a net-zero economy, svoltosi all’interno di Net Zero Milano 2025, l’Italia si conferma in prima linea. L’indagine approfondisce strategie e politiche adottate dai principali operatori nazionali ed europei nel biennio 2023-2024, evidenziando come la traiettoria di crescita degli investimenti italiani sia tra le più dinamiche in Europa.

Dal 2023 al 2024 gli investimenti totali nelle reti elettriche, gas e teleriscaldamento in Italia sono passati da 9 a 10,5 miliardi di euro. L’incremento ha riguardato soprattutto le aree della digitalizzazione, della resilienza delle reti, dell’ammodernamento delle infrastrutture e della loro capacità di supportare idrogeno e biometano. Secondo le proiezioni AGICI, nel 2025 si investiranno circa 14 miliardi di euro, che diventeranno 15 miliardi nel 2026 e 16 miliardi nel 2027, per un totale stimato in 64 miliardi entro il 2035. Di questi, 26,4 miliardi proverranno da multiutility e compagnie energetiche, mentre 37,6 miliardi saranno messi in campo dagli operatori di rete.

Nel 2024, inoltre, si è registrata una vivace attività di M&A, con operazioni per un valore complessivo di oltre 5 miliardi di euro. Tra le più rilevanti: l’ingresso di Snam in Open Grid Europe, l’acquisizione da parte di Italgas di 2i Rete Gas, quella di Duereti da parte di A2A (divenuta così il secondo operatore italiano per contatori elettrici serviti), l’acquisizione di Egea da parte di Iren, l’accordo Terna-Areti per le infrastrutture in alta tensione nell’area metropolitana di Roma e l’acquisizione da parte di Ascopiave degli asset reti gas di A2A.

Il report pone l’Italia in un contesto europeo che continua a espandere gli investimenti nel settore energetico: nel 2024 le principali compagnie energetiche europee hanno aumentato del 22% i loro investimenti rispetto al 2023. Le priorità restano l’integrazione delle rinnovabili, la digitalizzazione e l’espansione internazionale. Entro il 2028 si stima che il volume complessivo degli investimenti energetici in Europa raggiungerà i 66,7 miliardi di euro.

Nonostante l’accelerazione, la strada verso una piena decarbonizzazione resta lunga. AGICI stima che per raggiungere l’obiettivo Net Zero 2050, l’Italia dovrà affrontare un fabbisogno aggiuntivo di investimenti pari a 1.010 miliardi di euro, da destinare ai settori residenziale, terziario e dei trasporti. In particolare: 785 miliardi di euro serviranno al comparto residenziale, di cui 545 miliardi per l’efficienza energetica; 185 miliardi saranno destinati al terziario; 110 miliardi andranno al settore trasporti, con la necessità di installare 17.533 infrastrutture di ricarica elettrica e 691 stazioni di rifornimento di idrogeno.

Marco Carta, Amministratore Delegato di AGICI, ha dichiarato: “Nel percorso verso gli obiettivi di Net Zero, gli operatori italiani hanno dimostrato grande reattività nell’adeguare le reti alle sfide presenti e future richieste dalla transizione energetica, collocandosi tra i top performer a livello europeo. Sebbene la strada sia ancora lunga, il percorso di investimenti compiuti e pianificato per i prossimi anni testimonia come l’importanza e l’urgenza della transizione energetica sia percepita e integrata nelle strategie di sviluppo delle utility italiane”.

L'intervista di affaritaliani a Marco Carta, Amministratore Delegato di AGICI

 

Marco Carta, Amministratore Delegato di AGICI, ai microfoni di affaritaliani ha dichiarato: "Lo studio parte innanzitutto da un’analisi del fabbisogno di investimenti necessari per raggiungere un’economia completamente decarbonizzata in Italia entro il 2050, con particolare riferimento ai settori dei trasporti, del civile e del terziario. Si tratta di una cifra estremamente elevata, superiore ai mille miliardi di euro, legata a un insieme complesso e integrato di interventi tra loro combinabili".

"Il punto di partenza è l’efficienza energetica, che rappresenta la base di tutto, seguita dallo sviluppo delle rinnovabili distribuite, dell’elettricità, del calore per il raffrescamento, dell’idrogeno e dei green gas. È centrale anche il tema del riscaldamento, e riteniamo che, nel medio-lungo periodo, anche il nucleare possa giocare un ruolo importante. Qualunque sia il mix tecnologico che si deciderà di adottare, un elemento è certo: le reti delle utility saranno fondamentali. Parliamo di tutte le infrastrutture di rete, elettriche, gas e teleriscaldamento, che saranno determinanti nel processo. Il nostro studio dimostra come le imprese abbiano compreso l’urgenza della transizione: gli investimenti nelle reti stanno crescendo a ritmi record. Oltre 8 miliardi nel 2023, 10 miliardi nel 2024 e si stima che si arriverà a 14 miliardi nel 2025, fino a raggiungere i 16 miliardi nel 2027", ha continuato Carta.

"Durante questo evento, abbiamo riunito attorno allo stesso tavolo alcuni tra i principali operatori italiani ed europei. Si è discusso delle priorità per affrontare la transizione: il potenziamento e l’estensione delle infrastrutture di rete, lo sviluppo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, nonché il rafforzamento della comunicazione — elemento ritenuto cruciale anche alla luce del recente blackout che ha colpito la penisola iberica. Si è parlato inoltre dello sviluppo degli accumuli come componente strategica. Infine, è stato sottolineato il tema della dimensione aziendale. Servono imprese strutturate e solide. Nel 2024 abbiamo assistito a una nuova ondata di operazioni M&A che ha superato i 5 miliardi di euro solo per quanto riguarda il valore equity, senza considerare il debito. In Italia, questo fenomeno ha favorito la nascita di veri e propri campioni nazionali con una proiezione europea", ha concluso Carta.

L'intervista di affaritaliani a Cristian Fabbri, Executive Chairman di HERA

 

Cristian Fabbri, Executive Chairman di HERA, ai microfoni di affaritaliani, ha dichiarato: "L’obiettivo europeo del Net Zero al 2050 è senza dubbio un traguardo ambizioso e aspirazionale. È però fondamentale comprendere il percorso necessario per raggiungerlo, un percorso che deve essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto economico. Ritengo che questo sia l’elemento cruciale da considerare se vogliamo preservare la competitività dei territori e delle imprese che vi operano, oltre a garantire costi contenuti per le famiglie".

"In questo contesto, è evidente che per raggiungere tale obiettivo dobbiamo agire facendo leva su alcuni strumenti chiave. Da un lato, l’aumento della produzione da fonti rinnovabili; dall’altro, un impatto significativo sull’efficienza energetica; e ancora, l’elettrificazione dei consumi. Questi fattori delineano un sistema in cui le reti elettriche saranno chiamate a sostenere investimenti ingenti, necessari a gestire una nuova configurazione della domanda e dell’offerta, soprattutto a fronte dell’intermittenza tipica delle rinnovabili. Parallelamente, la rete del gas vedrà progressivamente una riduzione dei consumi, rendendo necessario un piano di ridimensionamento degli investimenti, per evitare costi sommersi e non gravare eccessivamente sulle bollette di cittadini e imprese. Accanto a questo scenario, emergono opportunità legate al territorio, come il teleriscaldamento, che può rappresentare una soluzione efficace e sostenibile", ha continuato Fabbri.

Fabbri ha concluso: "In tutto ciò, una delle leve fondamentali per gestire e accompagnare questa transizione è senza dubbio l’efficienza energetica. Come Gruppo HERA, prevediamo investimenti per 5 miliardi di euro nel prossimo quinquennio. Di questa cifra, l’80% sarà destinato a progetti economicamente sostenibili che generano benefici concreti in termini di riduzione dell’impatto ambientale, decarbonizzazione, economia circolare e resilienza delle infrastrutture. È infatti essenziale intervenire sia per ridurre le emissioni, contrastando il cambiamento climatico, sia per rafforzare la capacità delle nostre infrastrutture di resistere agli effetti dei fenomeni climatici estremi, che oggi si manifestano con frequenza crescente sia in Italia che nel resto d’Europa".

L'intervista di affaritaliani a Cecchi (AIRU), Bianco (Duereti) e Franz (E.ON)

 

Il teleriscaldamento può giocare un ruolo decisivo nella transizione energetica italiana. “Oggi copre il 3% della domanda termica residenziale e ha già completato il phase-out da carbone e olio, aumentando la quota di rinnovabili dal 19% al 29% in dieci anni”, ha spiegato Alessandro Cecchi, presidente di AIRU. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, entro il 2030 si potrebbe arrivare a una produzione di 53 TWh, con forti benefici ambientali, economici e occupazionali. “Servono però incentivi stabili e un quadro regolatorio prevedibile per sostenere gli investimenti”, ha aggiunto.

Anche la rete elettrica è chiamata a evolversi per rispondere alla crescente domanda. “Nella provincia di Milano lavoriamo per colmare il gap tecnologico e rafforzare la resilienza della rete, sempre più sotto stress per i cambiamenti climatici e l’aumento dei consumi”, ha dichiarato Flavio Bianco, CEO di Duereti (A2A Group). Sulla stessa linea Oliver Franz, VP di E.ON: “Espandere la rete di distribuzione è essenziale per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica”.

L'intervista di affaritaliani a Martins de Carvalho (E-Redes), Amoroso (Italgas) e Passa (Snam)

 

L’elettrificazione e la trasformazione digitale delle reti sono tra i temi centrali per una transizione energetica efficace. “Eventi come questo sono fondamentali perché rappresentano un prerequisito per l’elettrificazione”, ha affermato Joao Martins de Carvalho, Executive Board Member di E-Redes. “Aiutano ad attirare l’attenzione pubblica sull’argomento, così da costruire insieme un approccio di successo per il futuro”. Un concetto ripreso anche da Gianfranco Amoroso, CFO di Italgas, che ha evidenziato come gli investimenti siano mirati soprattutto alla trasformazione digitale dell’infrastruttura. “Stiamo installando lungo la rete non solo smart meter, ma anche sensori intelligenti che raccolgono dati in tempo reale. Questo consente interventi più efficienti, dalla sostituzione delle condotte non più performanti alla riduzione dei costi operativi”, ha spiegato, sottolineando come la recente acquisizione della rete di 2i Rete Gas permetterà di uniformare il livello tecnologico e digitale di tutta l’infrastruttura aziendale.

Sul fronte della decarbonizzazione, Snam ha delineato una traiettoria chiara con un transition plan orientato al 2050. “Abbiamo presentato un piano che punta alla carbon neutrality entro il 2040 e al Net Zero nel 2050, agendo su tutte le emissioni: Scope 1, 2 e 3”, ha dichiarato Luca Passa, CFO di Snam. “È uno dei pochi piani strutturati presentati in Italia, finanziato interamente con finanza sostenibile: oggi l’85% delle nostre emissioni è legato a progetti sostenibili, e puntiamo a raggiungere il 90% entro il 2029”. Passa ha inoltre ricordato l’intensa attività di investimento della società, con 26 miliardi di euro previsti in dieci anni, di cui 12 nel prossimo quinquennio, e numerose operazioni inorganiche, tra cui l’acquisizione del 100% di Stogit, l’incremento della quota nel rigassificatore Adriatic LNG e l’ingresso nel mercato tedesco con il 25% della rete UG Open Grid Europe. “Siamo il primo operatore italiano nel settore energetico a entrare in Germania su un’infrastruttura strategica”, ha concluso.

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