ANCI Bologna: con l’IA i piccoli Comuni contano di più

All’ANCI di Bologna, Giovanni Anastasi (Formez) rilancia: innovazione e IA possono democratizzare informazioni e processi, dando spazio alle idee dei piccoli Comuni.

di Giovanni Alessi
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Nel cuore della 42ª Assemblea ANCI a Bologna, la voce di Giovanni Anastasi, presidente di Formez, si è fatta ponte tra visione e operatività.

La tesi è netta: innovazione e tecnologia sono la leva per la democratizzazione delle informazioni nella Pubblica Amministrazione, così da contare sulle idee più che sul peso economico o demografico. In platea scorrono le storie delle amministrazioni minori, spesso con pochi uffici e troppo da fare; sul palco, l’invito a trasformare il limite in metodo, con strumenti che riducono tempi, costi e distanza dai cittadini.

L’intelligenza artificiale come infrastruttura civile

Anastasi l’ha detto senza giri di parole: un mondo con meno nozionismo chiede alla Intelligenza Artificiale di potenziare la capacità di servizio, non di sostituirla. Nei piccoli Comuni, dove mancano specialisti e il turn over è lento, l’IA diventa già oggi supporto alla redazione automatica o semiautomatica di documenti, accelerando determine, bandi, comunicazioni. È un’infrastruttura civile oltre che digitale: se progettata con cura, rende la PA più leggibile, più trasparente, più umana.

Dalla teoria ai servizi: l’assistente per i concorsi

Il caso concreto è l’assistente virtuale per i concorsi, creato per abbattere barriere informative tra cittadini e PA. Dietro l’interfaccia, algoritmi che orientano tra scadenze, requisiti, moduli, senza lasciare indietro chi non ha dimestichezza con la burocrazia. Qui la democratizzazione delle informazioni smette di essere slogan: l’accesso diventa uguale per tutti, dal capoluogo metropolitano al borgo di montagna. La tecnologia non sostituisce il rapporto con l’ufficio, ma lo prepara, lo semplifica, lo rende verificabile.

La cifra dell’innovazione: dove nascono le buone pratiche

I numeri raccontati da Anastasi smontano più di un pregiudizio. Nel contest PA Ok, circa settanta amministrazionihanno presentato progetti e circa il 20% proviene da Comuni sotto i 5mila abitanti. È la conferma che l’innovazionenon è esclusiva delle grandi città: il valore pubblico può germogliare dove la comunità è più coesa, dove il sindaco conosce nome e volto degli utenti, dove una soluzione digitale si misura subito sull’impatto quotidiano, dalla scuola alla mensa, dai servizi sociali ai tributi.

Idee che pesano più dei bilanci

La sfida ora è passare dall’adozione episodica alla scalabilità. Servono standard, competenze diffuse, governance dei dati e un’attenzione costante a etica, privacy e sicurezza. Se l’IA riduce la distanza tra cittadino e Pubblica Amministrazione, la politica locale deve garantirne sostenibilità e controllo, evitando scorciatoie o dipendenze tecnologiche. È la stessa linea di Anastasi: liberare tempo amministrativo, moltiplicare la qualità degli atti, trasformare l’innovazione in equità di accesso. Perché quando le idee circolano, anche un Comune minuscolo diventa laboratorio nazionale.

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