ANPIT a La Piazza 2025: tra questione salariale, welfare e partecipazione dei lavoratori
Iadicicco (ANPIT): "Solo insieme, istituzioni, imprese e lavoratori, possiamo provare a percorrere nuove strade, capaci di offrire risposte concrete"
ANPIT protagonista de La Piazza 2025: il dibattito sul lavoro punta su nuove regole, welfare e valorizzazione della manifattura per costruire un futuro più competitivo
Venerdì 29 agosto si è svolta la seconda serata dell’ottava edizione de “La Piazza, il bene comune”, la tre giorni politico-economica organizzata da Affaritaliani e dall’Associazione La Piazza nella suggestiva cornice di Piazza Plebiscito a Ceglie Messapica.
La serata si è aperta con il sondaggio curato da Roberto Baldassari, Direttore Generale di Lab 21, dedicato al tema della difesa e dell’intervento in Ucraina, per poi proseguire con le interviste a Gabriele Fava, presidente INPS, moderata dal Direttore di Affaritaliani Marco Scotti. Paolo Mieli, ha invece condotto le interviste ai ministri Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo.
Molto spazio è stato dato anche al tema occupazionale con il panel “La Piazza del Lavoro”, moderato dalla giornalista Barbara Politi. Il dibattito ha visto il confronto tra rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle categorie produttive. Sul palco Sebastiano Leo, Assessore alla Formazione e al Lavoro della Regione; Beniamino Di Cagno, Presidente cda ARPAL Puglia; Gianluca Budano, Direttore ARPAL Puglia; Rosario De Luca, Presidente Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro; Luciana Di Bisceglie, Presidente Camera di Commercio di Bari e Presidente Unioncamere Puglia; Federico Iadicicco, Presidente di ANPIT; Gianfranco Viesti, Professore di economia applicata all’Università di Bari e Francesco Cataldi, Presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti. A seguire, il palco ha accolto gli interventi del Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, i ministri Carlo Calenda, Marina Calderone e Giovanni Donzelli, protagonisti delle interviste che hanno chiuso la serata.
Durante il panel, il Presidente di ANPIT Federico Iadicicco ha affermato che in Italia, come in Europa, il tema dei salari è oggetto di un dibattito aperto da anni, spesso affrontato in maniera distorta per ragioni di consenso politico. Il problema salariale non è imputabile ai governi, ai lavoratori o alle imprese, ma a una serie di fattori che negli ultimi trent’anni hanno inciso sulla crescita delle retribuzioni.
Tra questi vi è il posizionamento geopolitico dell’Unione Europea, che ha puntato sulla competitività esterna attraverso il contenimento dei salari, comprimendo così la domanda interna. A ciò si aggiunge la bassa produttività del lavoro e, più recentemente, la difficoltà di reperire manodopera, legata sia al calo demografico sia a un cambiamento culturale delle nuove generazioni, che chiedono alle imprese non solo salari più alti, ma anche benessere, welfare e partecipazione. Inoltre, negli ultimi decenni l’Italia ha progressivamente spostato il proprio asse produttivo dalla manifattura d’eccellenza, ad alto valore aggiunto, al terziario, spesso a basso valore aggiunto, con conseguente riduzione dei salari.
Iadicicco ha spinto alla riflessione su questi elementi, per comprendere la strada da intraprendere. Da un lato, servono infatti politiche industriali in grado di ridare valore e centralità alla manifattura italiana, perché il Paese non può vivere solo di turismo. Dall’altro, è necessario sviluppare modelli di partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali e ai risultati, rafforzando la contrattazione e introducendo strumenti di welfare che possano aumentare la produttività, far crescere le retribuzioni e migliorare il benessere aziendale, rispondendo così alle nuove richieste delle giovani generazioni.
L’intervista di Affaritaliani a Federico Iadicicco, Presidente ANPIT, Associazione Nazionale per l’Industria e il Terziario
Federico Iadicicco ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “Abbiamo fatto una riflessione sul potere d’acquisto e sull’aumento dei salari, per comprendere quali siano le ragioni che in questi anni hanno impedito al Paese di far crescere le retribuzioni e per individuare soluzioni condivise. Non si tratta di scaricare la responsabilità esclusivamente sulle imprese, ma di riconoscere che fattori più ampi, di natura geopolitica, economica e sociale, hanno prodotto questo effetto”.
“Solo insieme, istituzioni, imprese e lavoratori, possiamo provare a percorrere nuove strade, alternative, capaci di offrire risposte concrete. In particolare, occorre lavorare su meccanismi di partecipazione dei lavoratori che favoriscano l’aumento della produttività e, al tempo stesso, del reddito disponibile”, ha affermato Iadicicco.
“La sfida principale oggi è trovare manodopera. Può sembrare paradossale, ma questo è il problema più rilevante: abbiamo bisogno di lavoratori, ma spesso non troviamo figure con le competenze necessarie. Ciò dipende da diversi fattori, tra cui il calo demografico, che riduce la forza lavoro disponibile, e un cambiamento culturale dei nostri giovani. Anche per questo torna centrale il tema della partecipazione, del coinvolgimento e del benessere aziendale, strumenti innovativi che possono avvicinare i giovani al mondo del lavoro”, ha detto Iadicicco.
“La Piazza rappresenta un’importante occasione di confronto con le istituzioni, con gli altri stakeholder, con il mondo delle imprese e con la cittadinanza di Ceglie. È davvero molto bello essere qui e constatare la grande partecipazione delle persone del territorio, interessate a capire, a informarsi e a mettersi in dialogo”, ha poi concluso Idicicco.