Federmanager celebra 80 anni di storia con l'Assemblea “Orizzonti industriali - L’Italia che produce il futuro”

Quercioli (Federmanager): "Chiediamo al Governo un piano straordinario di investimenti di 10 miliardi per managerializzare il 10% delle Pmi in 10 anni"

di Caterina Nicau Castanho
Corporate - Il giornale delle imprese

Federmanager, 80 anni di leadership industriale: a Roma l’Assemblea “Orizzonti industriali – L’Italia che produce il futuro”

Chiediamo al Governo un piano straordinario di investimenti da dieci miliardi di euro per managerializzare il dieci per cento delle piccole e medie imprese italiane nei prossimi dieci anni”. Con questo appello, il presidente nazionale di Federmanager, Valter Quercioli, ha aperto la sua relazione durante l’Assemblea nazionale federale dal titolo “Orizzonti industriali – L’Italia che produce il futuro”, svoltasi all’Auditorium Conciliazione di Roma in occasione dell’ottantesimo anniversario della Federazione, che oggi rappresenta 180mila manager delle aziende industriali di beni e servizi.

Quercioli ha ricordato come nel Paese ci siano oltre 370mila Pmi, ma soltanto il cinque per cento può contare su una guida manageriale strutturata. “Quel cinque per cento di imprese tiene l’Italia ai vertici mondiali dell’eccellenza industriale. Se è così forte, è chiaro quale sia la direzione: investire nel prossimo cinque per cento, nelle ventimila imprese che possono diventare protagoniste della crescita”, ha dichiarato il Presidente. L’obiettivo, secondo Federmanager, è raddoppiare in dieci anni la quota di imprese managerializzate attraverso un piano pluriennale da dieci miliardi, un miliardo all’anno, per valorizzare il capitale umano e promuovere una nuova cultura industriale.

Il presidente ha sottolineato che l’Italia resta una potenza industriale globale, seconda manifattura d’Europa e quarto esportatore mondiale, ma che deve tornare ad avere una politica industriale nazionale coerente e di lungo periodo. “Non vogliamo un’Italia che stia nel menù di altri, ma un’Italia che sieda al tavolo da protagonista”, ha affermato Quercioli, invitando il Governo a definire un programma strategico basato su produttività, sostenibilità e competitività, anche in sinergia con l’Unione europea e le risorse del nuovo bilancio 2028–2034. Nella sua relazione, Quercioli ha toccato anche i grandi temi delle transizioni tecnologiche ed energetiche, richiamando l’urgenza di investire in reti digitali, intelligenza artificiale, cybersicurezza e infrastrutture, con un principio chiaro: “La tecnologia deve servire la persona, non sostituirla”. 

Sul fronte delle politiche economiche e sociali, Quercioli ha chiesto una fiscalità più equa che premi chi crea valore, ribadendo che “quando il cinque per cento dei contribuenti paga il quarantatré per cento dell’Irpef, non siamo più in un sistema progressivo ma in un sistema sbilanciato”. Ha sollecitato una lotta seria all’evasione e all’elusione fiscale e misure di incentivo per la fedeltà fiscale. Ha inoltre posto l’accento sulla necessità di separare in modo chiaro la previdenza dall’assistenza, di garantire una perequazione equa per i pensionati dirigenti e di rafforzare previdenza complementare, sanità integrativa e welfare aziendale, aumentando i limiti di deducibilità fermi da oltre vent’anni. Quercioli ha anche proposto di dare una “casa comune” al management industriale, superando la distinzione contrattuale tra dirigenti e quadri apicali, e di promuovere una grande alleanza tra management e imprese per sostenere la crescita dimensionale delle Pmi e la formazione continua. “Senza manager non c’è produttività, e senza produttività non c’è futuro per l’industria italiana”, ha osservato.

Nel corso della giornata, è stato letto un messaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso il proprio riconoscimento per il ruolo di Federmanager nel sostenere la cultura industriale e il Made in Italy. Hanno partecipato, tra gli altri, i ministri Adolfo Urso, Marina Calderone e Luca Ciriani, il viceministro Maurizio Leo, i sottosegretari Alessio Butti e Luigi Sbarra, il vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto e il cardinale Fabio Baggio. Al centro della Assemblea un qualificato dibattito sulla politica industriale del Paese, sul ruolo strategico del Mezzogiorno, sulla valorizzazione del dialogo tra generazioni e del merito, sulla inclusione sociale.

In occasione degli ottant’anni della Federazione, è stata inaugurata una mostra dedicata alle eccellenze del Made in Italy, realizzata con il contributo di venticinque grandi imprese italiane a testimoniare la forza del legame tra management, industria e Paese. Protagoniste della mostra, oltre alla storia di Federmanager, sono Ansaldo Energia, Argotec, Autostrade per l’Italia, Baker Hughes, Cellnex, Chiesi Farmaceutici, Dallara, De Cecco, Enel, Eni, Ferrari Trento, Ferrari, Ferrero, Fincantieri, illycaffè, Lazzaroni, Leonardo, MAIRE, Menarini Group, Piquadro, Pirelli, Rai, Stellantis, Thales Alenia Space e TIM.

Federmanager c’è, e continuerà a fare la sua parte per costruire l’Italia che guida, non quella che insegue”, ha concluso Quercioli. “Ottant’anni fa è nato un grande sogno. Continuiamo a sognare e a realizzare il futuro che vogliamo: per le nostre imprese, per le nostre famiglie, per il Paese, per l’Europa”.

L'intervista di Affaritaliani a Valter Quercioli, Presidente Federmanager

Valter Quercioli, Presidente di Federmanager, ha dichiarato: "Sul piano della politica industriale presenteremo una proposta concreta: con un investimento tutto sommato contenuto, da sviluppare in dieci anni, vogliamo avviare un grande programma di managerializzazione del prossimo 5% di imprese che oggi non sono ancora strutturate in tal senso. Attualmente solo il 5% del tessuto industriale italiano può contare sulla presenza di manager al proprio interno: sono troppo poche, ma quel 5% rappresenta la bandiera dell’Italia nel mondo. Il nostro obiettivo è raddoppiare in dieci anni il numero delle imprese che dispongono di una guida manageriale, contribuendo così a far crescere il peso della manifattura nel PIL nazionale e, di riflesso, la forza dell’Italia sui mercati globali".

"Sul fronte del lavoro", ha poi aggiunto Quercioli, "avanzeremo proposte sostanziali, in particolare nel dialogo con le associazioni datoriali utilizzando il nostro Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro come strumento di innovazione sociale, come è sempre stato nella nostra tradizione. Per quanto riguarda il fisco, riconosciamo che qualcosa sta iniziando a muoversi per le fasce di reddito in cui si colloca la nostra categoria, ma si tratta ancora di passi troppo timidi. Ci sentiamo una categoria fortemente gravata dal carico fiscale e chiediamo maggiore attenzione da parte delle istituzioni".

"Sul fronte delle pensioni, lo dirò con chiarezza e forza: basta. I nostri pensionati non hanno tutele contrattuali, e sono le istituzioni che devono garantire il rispetto della loro dignità e del loro potere d’acquisto. Sentire espressioni come 'pensionati d’oro' riferite a persone che hanno versato per oltre quarant’anni contributi consistenti è semplicemente inaccettabile. Su questo tema chiediamo rispetto. Federmanager è da sempre parte attiva nei processi legislativi e nelle audizioni istituzionali, e continueremo a portare avanti le nostre proposte con determinazione", ha affermato il Presidente

"Abbiamo costituito ben diciotto commissioni di lavoro, impegnate sulle politiche industriali, sul lavoro, sulla salute e sicurezza e sul welfare, con l’obiettivo di mettere a fattor comune le esperienze maturate dai manager in migliaia di imprese. È un lavoro complesso e impegnativo, ma già oggi sta producendo risultati significativi. Il nostro contributo alle istituzioni è quello di tradurre queste esperienze in proposte concrete di innovazione e sviluppo, un lavoro che continueremo con convinzione", ha proseguito Quercioli.

Per quanto riguardo la sicurezza sul lavoro Quercioli ha dichiarato: "Dobbiamo investire di più nella prevenzione, perché formazione e cultura della sicurezza devono camminare insieme. La sicurezza sul lavoro non può essere vista come un peso burocratico, ma come parte integrante del fare industria. È un valore e una competenza di base che riguarda tutti i lavoratori e le lavoratrici. Non possiamo più tollerare tre morti al giorno nei luoghi di lavoro: non è degno di un Paese del G7. C’è una correlazione diretta tra la piccola dimensione delle imprese e il tasso di infortuni; per questo il contributo dei manager che operano in aziende strutturate è fondamentale per trasferire buone pratiche e modelli virtuosi lungo le filiere produttive".

"Sono certo che la manifestazione di oggi farà scattare qualcosa in più: una consapevolezza diffusa dell’importanza dei contributi che la nostra categoria può offrire per il bene e la sicurezza di tutte le cittadine e di tutti i cittadini", ha concluso il Presidente.

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