Intesa Sanpaolo, presentato il rapporto 2025 di OsservaBrescia realizzato con Percorsi di Secondo Welfare
Bonassi (Intesa Sanpaolo): "Il Report offre un riscontro concreto sulle evidenze del territorio e rappresenta un punto di partenza per coinvolgere in modo attivo tutti gli stakeholder"
Intesa Sanpaolo e Percorsi di Secondo Welfare presentano OsservaBrescia 2025: il nuovo quadro integrato sui bisogni sociali, economici e ambientali del territorio
Intesa Sanpaolo, insieme a Percorsi di Secondo Welfare, ha presentato oggi il Rapporto 2025 di OsservaBrescia, un nuovo strumento di analisi che integra in un’unica piattaforma dati sociali, economici, sanitari e ambientali per interpretare in modo unitario le esigenze del territorio. Il documento è il risultato di un percorso condiviso che ha coinvolto circa sessanta soggetti appartenenti al settore pubblico, privato e al Terzo Settore, con l’obiettivo di costruire un luogo stabile di confronto fondato su informazioni comuni e utili a orientare decisioni più consapevoli, promuovendo allo stesso tempo una cultura della collaborazione diffusa nel bresciano.
Dal quadro che emerge, la provincia si conferma solida sotto il profilo produttivo: il sistema imprenditoriale continua a mostrarsi dinamico, l’export mantiene un’elevata competitività e il turismo registra un’espansione costante. Parallelamente, però, il territorio è attraversato da profonde trasformazioni sociali e demografiche che rendono necessarie strategie di welfare rinnovate. Pur crescendo, la popolazione tende infatti a invecchiare rapidamente; la povertà si concentra in particolare nel capoluogo; e, se l’immigrazione contribuisce a riequilibrare la struttura anagrafica, aumentano allo stesso tempo le fratture interne ai diversi contesti territoriali. In città, ad esempio, il peso dei canoni di affitto raggiunge il 43,8% del reddito medio, mentre il numero degli sfratti per morosità risulta tra i più elevati dell’intera regione.
Anche sul piano sanitario convivono elementi di forza e criticità. La speranza di vita rimane alta, attestandosi a 82,5 anni per gli uomini e 86,6 per le donne, ma la qualità dell’aria continua a rappresentare un rischio rilevante per la salute pubblica, con valori medi di PM10 superiori sia alla media lombarda sia a quella nazionale. Nel settore educativo, la provincia mostra una partecipazione universitaria inferiore rispetto ai riferimenti regionali e nazionali e una dotazione insufficiente di servizi per la prima infanzia, con nessun ambito in grado di avvicinarsi al target europeo dei 45 posti ogni 100 bambini, fermandosi a una media provinciale di 27. Il divario di genere rimane rilevante, con un tasso di occupazione femminile pari al 57,2% contro il 77% maschile, e una rappresentanza istituzionale ancora sbilanciata. Crescono inoltre le denunce per violenza sessuale.
A illustrare il quadro completo sono le ricercatrici Chiara Lodi Rizzini e Alice Sofia Fanelli, coordinate da Franca Maino, Direttrice Scientifica di Percorsi di Secondo Welfare e docente dell’Università degli Studi di Milano, che hanno raccolto e analizzato oltre cento indicatori ispirati all’Agenda 2030. Il coinvolgimento del territorio è sottolineato dalle parole di Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer di Intesa Sanpaolo: “Brescia sta affrontando transizioni demografiche e sociali molto rapide. Il Report offre un riscontro concreto sulle evidenze del territorio e rappresenta un punto di partenza per coinvolgere in modo attivo tutti gli stakeholder. L’intervento sociale di Intesa Sanpaolo nasce dalla conoscenza approfondita dei territori: l’analisi dei bisogni locali orienta programmi mirati, sviluppati in collaborazione con istituzioni e realtà del Terzo Settore, per generare soluzioni concrete e ad alto impatto per le comunità”.
Franca Maino, commentando i risultati, sottolinea invece l’urgenza di nuovi strumenti di lettura e collaborazione: “Il primo Rapporto di OsservaBrescia ci consegna l’immagine di un territorio dinamico, ma attraversato da vulnerabilità crescenti. Questa fotografia conferma quanto sia urgente rafforzare la capacità di leggere i cambiamenti, anticipare i bisogni e costruire risposte condivise. L’Osservatorio nasce proprio per questo: offrire conoscenza solida, favorire un linguaggio comune e sostenere processi di coprogettazione tra istituzioni, Terzo Settore, imprese e comunità. Guardando al futuro, la sfida è ampliare e qualificare sempre più i dati, promuovere un welfare di iniziativa e valorizzare le reti locali, affinché OsservaBrescia diventi un laboratorio permanente di innovazione sociale e culturale. E, auspicabilmente, un modello da scalare in altri contesti territoriali per sviluppare innovazione sociale e culturale di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno”.
La presentazione del Rapporto ha visto la partecipazione di diversi attori istituzionali e sociali. Dopo gli interventi introduttivi di Paolo Bonassi, della Sindaca di Brescia Laura Castelletti e di Franca Maino, Giovanni Foresti – Responsabile Regional Research di Intesa Sanpaolo – ha proposto un confronto con la situazione lombarda e nazionale. Le ricercatrici Lodi Rizzini e Fanelli hanno poi illustrato nel dettaglio i risultati dell’indagine, che sono stati successivamente discussi in una tavola rotonda con Paola Lecci per Intesa Sanpaolo, l’assessore Marco Fenaroli, il portavoce del Forum Terzo Settore Michele Bordin e il presidente della Camera di Commercio Roberto Saccone. La chiusura è stata affidata ad Andrea Forghieri, Executive Director Intesa Sanpaolo per il Sociale, che ha delineato le prospettive future del progetto.
Il Terzo Settore, che nella sola provincia di Brescia conta 2.305 realtà – un valore secondo solo alla provincia di Milano – gioca un ruolo decisivo nell’offerta di risposte sociali accanto agli enti pubblici. Le Associazioni di Promozione Sociale rappresentano quasi la metà delle organizzazioni attive, seguite dalle Organizzazioni di Volontariato, dalle imprese sociali e dagli enti filantropici. L’impegno complessivo dei servizi sociali territoriali si concentra soprattutto sulla disabilità, su famiglia e minori, sugli anziani e sulle forme di povertà emergenti, con significative differenze tra i vari ambiti. Sul piano sanitario permane una forte presenza del privato accreditato, mentre la medicina territoriale risente della pressione esercitata da un alto numero di assistiti per medico di base e pediatra. Permangono inoltre problemi di dotazione infrastrutturale nelle scuole, tra cui l’assenza di mensa nella maggior parte degli istituti e la scarsa diffusione dei sistemi di climatizzazione.
L’analisi delinea cinque aree sulle quali si concentra oggi la principale domanda sociale: l’invecchiamento della popolazione e la necessità di rinnovare modelli di cura; le diverse forme di povertà, sempre più interconnesse; la condizione dei minori, con un fabbisogno crescente di servizi educativi e opportunità formative; i percorsi di integrazione tra cittadini italiani e stranieri; e, infine, il tema ambientale, strettamente legato alla qualità dell’aria e alla transizione energetica.
Secondo il Rapporto, il territorio può rafforzare la propria capacità di risposta attraverso tre direttrici: una più ampia e condivisa disponibilità di dati, l’evoluzione verso un welfare capace di anticipare i bisogni e non solo reagire ad essi, e un modello di collaborazione che integri le competenze delle istituzioni, delle imprese e del Terzo Settore. La metodologia adottata si basa su un insieme articolato di indicatori aggiornati provenienti da fonti pubbliche e dal contributo diretto degli stakeholder locali. Gli indicatori sono stati inseriti nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e confrontati con i valori regionali e nazionali, utilizzando diversi livelli territoriali a seconda dei dati disponibili.
L’iniziativa si inserisce nelle attività dell’Osservatorio di Intesa Sanpaolo per il Sociale, che dal 2018 orienta le priorità di intervento del Gruppo grazie a un’analisi costante dei bisogni emergenti e alla costruzione di reti collaborative tra privato, pubblico e Terzo Settore, in linea con la strategia definita nel Piano di impresa sotto la guida dell’Amministratore Delegato Carlo Messina.