Nvidia, 100 miliardi sull’intelligenza artificiale di OpenAI. E l’Italia festeggia lo spread…

Il risultato è netto: 25 unicorni francesi contro appena 2-3 italiani. Le nostre startup restano spesso micro-aziende, con capitali scarsi e poca proiezione internazionale

di Simone Rosti
Economia

Nvidia, 100 miliardi sull’AI di OpenAI. E l’Italia festeggia lo spread…

Nvidia investirà 100 miliardi di dollari in OpenAI per costruire data center capaci di erogare 10 gigawatt di potenza computazionale. Un'infrastruttura che diventerà il motore della nuova intelligenza artificiale. È questo il livello della sfida globale: capitali enormi, visioni di lungo periodo, ecosistemi tecnologici in grado di moltiplicare ricchezza e competenze (senza focalizzarsi solo su rischi, controlli e sistemi di vigilanza).

E fa sorridere pensare all’Italia, dove il dibattito resta fermo a deficit e spread, con l’orgoglio di avere i conti pubblici “più in ordine” della Francia. Ma è un’illusione da provinciale: mentre Roma si compiace dei decimali, il mondo corre veloce e anche la sbeffeggiata Parigi investe sul futuro. La Francia ha scelto, infatti, da anni di puntare su tecnologia e venture capital. Oggi raccoglie i frutti, mentre noi difendiamo una manifattura stanca, una pubblica amministrazione inefficiente e un’ecosistema innovativo che cresce troppo lentamente.

Il risultato è netto: 25 unicorni francesi contro appena 2-3 italiani, oltre 338.000 addetti nelle startup d’Oltralpe contro i nostri 60.000. Nel primo trimestre 2025 la Francia ha registrato 9.494 round di venture capital, in Italia l’intero anno non arriva a tanto. Certo, non mancano le storie di valore anche in Italia, ma il salto di scala non c’è.

Le nostre startup restano spesso micro-aziende, con capitali scarsi, poca proiezione internazionale e il peso schiacciante di una burocrazia che rallenta ogni passo. La nostra politica industriale è debole: qualche bando PNRR (grazie alla vituperata Europa), qualche incentivo fiscale, poca strategia coerente, un mercato dei capitali asfittico (basta vedere la Borsa Italiana dove prevalgono i delisting).

La verità è che i conti in ordine non bastano, al Governo diranno che sono un punto di partenza, vedremo ma intanto all’orizzonte non si intravede nulla. Servono visione, investimenti pubblici e privati, infrastrutture, capitale umano e la capacità di accettare il rischio dell’innovazione. Altrimenti resteremo spettatori: un Paese che brinda allo spread mentre gli altri conquistano i mercati del futuro. E a pagare saranno i giovani che non avranno altra soluzione che cercare fortuna altrove.

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