Opec, ipotesi di un maxi taglio produttivo: volano i prezzi del petrolio (+3%)

Il cartello dei Paesi produttori di petrolio starebbe valutando un maxi taglio produttivo pari a un milione di barili al giorno: il più grande dal pre Covid

Economia
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Opec e i maxi tagli produttivi di petrolio: mercoledì la decisione a Vienna 

Mentre cresce l'attesa per la riunione dell'Opec+ in programma per il prossimo mercoledì vola il prezzo del petrolio: il cartello dei Paesi produttori, secondo quanto riferito dall'agenzia stampa Bloomberg, starebbe valutando un maxi taglio produttivo. Si tratterebbe infatti di un calo di oltre un milione di barili al giorno: il più grande dallo scoppio della pandemia di Covid. La decisione ufficiale però verrà presa solo mercoledì a Vienna: l'Opec+ si riunirà in presenza per la prima volta dopo due anni. Nel frattempo le indiscrezioni hanno infiammato i prezzi dell'”oro nero”: il Wti è balzato del 3,6% a 82,34 dollari al barile, mentre il Brent sta avanzando del 3,4 a 88, 06.

Sul fronte invece del gas i prezzi sono in  calo: sull'hub di riferimento Ttf il contratto future di novembre cede il 6,2% a 177,2 euro per megawattora. L'Europa è riuscita a sostituire alcune forniture russe con importazioni di Gnl e ha potuto rifornire i propri impianti di stoccaggio prima dell'inverno. Il livello delle riserve di gas nei depositi sotterranei europei e' ora vicino all'87% e gli impianti in Germania sono pieni per oltre il 91%. Il gas proveniente dalla Russia rappresenta ora solo il 9% circa, rispetto al 40% prima della guerra in Ucraina e la Norvegia è ora il principale fornitore di gas dell'Ue. 

Opec,  i mercati sono scossi dai timori di una recessione globale 

Nel frattempo, i timori di una recessione globale diventano sempre più una realtà: i mercati sono scossi non solo dalla rapidità del rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, ma anche da una serie di indicatori che anticipano il collasso dell'economia.  Il prezzo del petrolio schizza, l'impennata dell'inflazione non si arresta e di conseguenza il settore manifatturiero non riesce a ripartire.

Il quadro che arriva dall'Eurozona non è di certo rassicurante: gli indici Pmi manifatturieri, messi a punto da S&P Global, scendono nei maggiori paesi dell'Europa e nessuno supera la soglia di espansione di 50. Anche nel Regno Unito il valore sale a 48,4 a settembre (contro il 47,3 di agosto ma al di sotto della stima flash di 48,5).

Ora c'è attesa per il dato degli Stati Uniti: alle 16 verrà reso noto l'indice Ism manifattura. Mercoledi' invece, sia per la zona euro che per gli Usa, sara' la volta degli indici Pmi servizi. Nel dettaglio l'indice S&P Global Pmi manifatturiero dell'Eurozona di settembre è sceso a 48,4, da 49,6 di agosto, segnalando un nuovo peggioramento delle condizioni operative dei produttori e crollando ai minimi da giugno 2020. In Italia è rimasto pressochè invariato rispetto alla lettura di 48 di agosto, salendo leggermente a 48,3 a settembre, contro attese a 47,5: si tratta del terzo modesto peggioramento mensile consecutivo del settore.