OpenAI dichiara guerra a Google: nasce Atlas, il browser "intelligente" che naviga al posto tuo, ma attenzione ai dati privati

OpenAI entra nel campo dei browser con Atlas, un software capace di navigare e agire autonomamente grazie all’integrazione diretta di ChatGPT

di Rosa Nasti

Sam Altman 

Economia

Sam Altman lancia Atlas: il browser che sfida Google Chrome e cambia il modo di navigare online

L’intelligenza artificiale non si limita più a rispondere alle nostre domande: ora può letteralmente navigare al posto nostro. Con il lancio di Atlas, il suo primo browser "autonomo". Sam Altman, CEO di OpenAI, ha ufficialmente dichiarato guerra a Google sul terreno che il colosso di Mountain View presidia da oltre quindici anni:,quello della navigazione sul web.

Atlas, disponibile al momento solo per macOS, è un browser web che integra ChatGPT al centro dell’esperienza di navigazione. Non più una semplice finestra su Internet, o un app sullo smartphone, ma un vero e proprio assistente intelligente capace di comprendere, riassumere, tradurre e soprattutto agire autonomamente online.

Nella barra laterale è possibile dialogare con ChatGPT, chiedergli di analizzare una pagina web o di guidarci tra i contenuti. Ma la vera rivoluzione è nelle cosiddette "funzioni agentiche". Atlas può gestire in modo indipendente la navigazione, controllare il cursore, compilare moduli, prenotare voli o persino modificare documenti direttamente dal browser. In pratica, l’utente passa dal fare al far fare.

Con Atlas, OpenAI entra in un territorio dove Google regna incontrastata. Chrome, infatti, domina da anni il mercato con oltre il 65% di quota globale. Ma questa volta, la concorrenza arriva con un’arma che Google stessa sta ancora cercando di padroneggiare, l’intelligenza artificiale generativa.

Google ha risposto negli ultimi mesi con AI Mode e con l’integrazione del modello Gemini in Chrome, ma l’approccio di OpenAI è molto più radicale. Se l’AI di Google resta un assistente che accompagna la navigazione, Atlas fa il passo successivo, diventando il protagonista della navigazione stessa.

D'altro canto l'arrivo di Atlas riaccende una competizione che sembrava ormai sopita. Negli ultimi anni browser come Edge di Microsoft, con l’integrazione di Copilot, oppure Opera Neon, hanno introdotto funzioni basate sull’intelligenza artificiale. Anche la startup Perplexity, con il suo browser "Comet AI", ha mostrato il potenziale di un web più conversazionale.

Ma OpenAI gioca su un altro livello. Con 800 milioni di utenti settimanali attivi su ChatGPT, Atlas parte da una base di popolarità e fiducia che nessun nuovo browser può vantare. E l’idea di un navigatore capace di pensare e agire autonomamente potrebbe cambiare per sempre la nostra interazione con Internet.

Tuttavia, un tema cruciale resta quello della privacy. L’autonomia di Atlas solleva infatti dubbi alquanto legittimi. Quanto controllo abbiamo su un browser che agisce da solo? OpenAI ha assicurato che il sistema non accede ai file locali del computer e può essere utilizzato anche senza effettuare il login dell’agente AI. Inoltre, la raccolta dei dati per l’addestramento di ChatGPT può essere disattivata.

Sono precauzioni necessarie, ma la domanda di fondo resta aperta: siamo pronti a lasciare che un software esplori Internet per noi? Per ora non si sa, quello che è certo è che se finora Google ha avuto l’ultima parola sulla navigazione, oggi Sam Altman sembra pronto a scrivere la prossima.

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