"L'oro sfonda quota 4mila? La corsa è appena iniziata, ma il dollaro rischia di frenare l’euforia degli investitori"
L’oro vola sopra i 4.000 dollari l’oncia e si conferma il bene rifugio per eccellenza: ma l’euforia potrebbe presto lasciare spazio a una fase di correzione. L'intervista a Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades
L'oro corre oltre i 4.000. Il metallo giallo diventa più prezioso del dollaro, ma il rischio correzione è dietro l’angolo
L’oro sfonda il muro dei 4.000 dollari l’oncia, un livello mai toccato prima. Mentre le Borse continuano a macinare record, il metallo giallo corre come se fosse in piena tempesta. Dedollarizzazione, tensioni geopolitiche e acquisti record delle banche centrali alimentano il mito dell’oro rifugio, ma quanto di questa corsa è realtà e quanto invece rappresenta la solita FOMO degli investitori in cerca di rifugio? Affaritaliani ne ha parlato con Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades.
L’oro ha superato quota 4.000 dollari. Quanto di questo rally è guidato dai fondamentali macroeconomici e quanto invece dalla FOMO degli investitori?
L’oro, che mentre scriviamo, ha raggiunto quota 4.049 dollari l’oncia, massimo storico, ha effettivamente corso moltissimo, sebbene il suo rally non appaia del tutto esaurito. Il superamento dei 4.000 dollari rappresenta un livello psicologico importante oltre che un punto di arrivo. I grandi paesi asiatici stanno ancora acquistando oro, sia per motivi legati a un'eventuale dedollarizzazione, sia come protezione verso gli asset di rischio.
Quindi buona parte degli acquisti sono guidati ancora dal sentiment positivo degli investitori, mentre da un punto di vista fondamentale, rispetto al dollaro e alle borse, che paiono fermarsi, sembra essere assai tirato, anche perché la crescita globale è si in rallentamento, ma non si intravede alcuna recessione.
Se l’oro oggi è così appetibile da scatenare una corsa improvvisa, non rischiamo che dietro questa impennata ci sia più speculazione che sicurezza reale? Come distinguere l’una dall’altra?
Il rischio speculazione c’è sempre, questo va detto, specie quando il ritmo della salita appare come quello attuale e i rischi di correzione sono sempre presenti. Difficile però distinguerle.
Molti parlano dell’oro come di un rifugio più sicuro rispetto al dollaro o ai mercati azionari, è davvero così?
Il gold è sempre asset rifugio ma contestualmente, gli acquisti di ora sono divenuti anche protezioni contro ribassi di equity e di dollaro, per cui rappresentano un hedge, ovvero una copertura di asset di rischio.
Chi sta alimentando concretamente questo rally? Sono ancora gli investitori istituzionali o i piccoli risparmiatori spaventati dai mercati, e quanto questo può amplificare i rischi di correzione?
Le più importanti banche centrali stanno ancora acquistando oro, sia per motivi legati ad una eventuale dedollarizzazione e ad una diversificazione di portafoglio, sia come protezione verso gli asset di rischio. Una correzione diventa naturale, oltre che dovuta, dati gli eccessi di breve periodo, ma il trend di fondo rimane rialzista.
Guardando ai prossimi mesi, quali fattori potrebbero frenare la corsa dell’oro o alimentarla ulteriormente?
In primis la Fed e la riduzione del costo del denaro, seguiti dalla debolezza del dollaro e domanda dei paesi asiatici. Senza dimenticare le tensioni geopolitiche e le coperture di chi è long di azionario e teme correzioni. Solo un rialzo del biglietto verde unitamente alla risoluzione dei problemi geopolitici, potrebbe stabilizzarne la salita favorendo correzioni.