Pensione a 64 anni solo col Tfr, ma il sogno vale solo per chi guadagna più di 1.900 euro
Le simulazioni mostrano che la platea sarà molto ristretta...
Pensione a 64 anni solo col Tfr, ma il sogno vale solo per chi guadagna oltre 1.900 euro
Andare in pensione a 64 anni con 25 anni di contributi, invece che a 67: è questa l’idea rilanciata dalla Lega, che vorrebbe inserirla nella prossima manovra come alternativa alle vecchie “quote”, ormai esaurite. Ma chi potrà davvero beneficiarne?
Le simulazioni mostrano che la platea sarà molto ristretta: si parla solo di chi guadagna almeno 1.900 euro netti al mese, mentre chi percepisce redditi più bassi – cioè proprio lavoratori precari, donne e underpagati, i destinatari teorici della misura – resterà escluso.
La “soglia di libertà” proposta da Durigon
Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, scrive Repubblica, ha parlato della possibilità di trasformare i 64 anni nella nuova “soglia di libertà pensionistica”. L’idea è di estendere questo traguardo non solo ai “contributivi puri” (chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996), ma anche ai “misti”, cioè chi ha versato contributi già prima di quella data.
Le condizioni però sono due: avere almeno 25 anni di contributi e accettare il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo. In aggiunta, il lavoratore può utilizzare il Tfr versato all’Inps per raggiungere la pensione minima richiesta, che il governo Meloni ha innalzato da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale (1.616 euro lordi).
Chi riesce a uscire a 64 anni senza toccare il Tfr
Una simulazione di Smileconomy, società di consulenza previdenziale, prende come esempio un dipendente privato nato nel 1962, con 30 anni di carriera continua dal 1995. Per agganciare la soglia dei 1.616 euro lordi senza attingere al Tfr, serve un montante contributivo di 413mila euro. Ci si arriva solo con stipendi intorno ai 44mila euro lordi l’anno (pari a circa 2.200 euro netti come ultimo stipendio).
L’uso del Tfr e i limiti per i redditi medi e bassi
Chi guadagna 1.900 euro netti può andare in pensione a 64 anni solo trasformando il Tfr in rendita. In questo caso, con 330mila euro di contributi accumulati, servono altri 83mila euro da coprire con la liquidazione. Ma chi guadagna meno resta fuori: con uno stipendio da 1.700 euro netti si arriva solo all’86% del montante richiesto, mentre con 1.500 euro si scende al 74%.
Il nodo delle lavoratrici
Le donne non sono messe meglio. L’abolizione di “Opzione donna” ha lasciato spazio solo a piccoli sconti per le madri: la soglia scende a 2,8 volte l’assegno sociale con un figlio (1.508 euro lordi) e a 2,6 con due o più figli (1.400 euro lordi). Tuttavia, anche con queste riduzioni, solo chi guadagna almeno 2.000-2.100 euro netti riesce a uscire senza intaccare il Tfr. Con stipendi da 1.700-1.800 euro la liquidazione deve essere usata interamente, mentre sotto i 1.500 euro non resta che attendere i 67 anni.