Pensioni, finalmente un accredito sostanzioso. Ecco di quanto aumenta l’assegno a dicembre (ma non per tutti)

La situazione cambierà poi a gennaio 2026, quando scatterà la consueta rivalutazione degli assegni legata all’inflazione

di Sandro Mantovani
(foto Ipa)
Economia

Pensioni, finalmente un accredito sostanzioso

Con l’arrivo di dicembre 2025 molti pensionati vedranno un accredito particolarmente sostanzioso. L’ultimo mese dell’anno, infatti, concentra diverse voci che incrementano l’importo del cedolino: alla rata ordinaria si aggiungono la tredicesima, la quattordicesima per chi ne ha diritto e, per una platea più ristretta, anche il cosiddetto bonus Natale da 154,94 euro.

Il pagamento è previsto a partire da lunedì 1° dicembre. La situazione cambierà poi a gennaio 2026, quando scatterà la consueta rivalutazione degli assegni legata all’inflazione, con un ritocco positivo ma contenuto.

Il bonus Natale 2025: a chi spetta

Tra gli incrementi più selettivi c’è il bonus di fine anno, introdotto nel 2001 e riconosciuto esclusivamente ai pensionati con redditi molto bassi. Per ottenerlo è necessario soddisfare due criteri:

Livello della pensione

L’assegno annuale non deve superare gli 8.039,15 euro.

  • Chi percepisce fino a 7.884,20 euro, pari al trattamento minimo Inps, riceverà l’intero bonus di 154,95 euro.

  • Chi si colloca tra questa soglia e quella massima riceverà solo la parte necessaria a raggiungere gli 8.039,15 euro complessivi.

Reddito complessivo

Il totale dei redditi annui non può superare 11.766,30 euro. Per le coppie sposate o unite civilmente, il limite viene raddoppiato: massimo 23.352,60 euro.

Come si calcola la tredicesima 2025

La tredicesima mensilità, al contrario del bonus, riguarda la quasi totalità dei pensionati. L’unica esclusione riguarda chi percepisce trattamenti che non rientrano tecnicamente nel concetto di "pensione", come l’Ape sociale.

L’importo dipende dai mesi effettivi di pensione durante l’anno:

  • chi è stato in pensione per tutto il 2025 riceverà una somma vicina alla propria rata mensile, anche se leggermente inferiore per via dell’imposizione fiscale più elevata;

  • chi è entrato in pensione in corso d’anno riceverà un importo proporzionato ai mesi maturati.
    Ad esempio, un pensionato con 1.000 euro netti al mese prenderà circa 1.900 euro se pensionato tutto l’anno, mentre chi si è ritirato a luglio riceverà una tredicesima ridotta a poco meno di 1.500 euro.

La quattordicesima: quando arriva e per chi

L’ulteriore mensilità aggiuntiva, la quattordicesima, spetta ai pensionati con almeno 64 anni e con requisiti specifici di reddito e contribuzione. L’ammontare oscilla tra 336 e 655 euro.

In genere viene pagata a luglio, ma chi è andato in pensione dopo il 31 luglio la riceverà direttamente a dicembre insieme alla tredicesima.

Requisiti principali:

  • reddito annuo entro 15.688,40 euro;

  • importo più favorevole per chi è sotto 11.766,30 euro di reddito;

  • tre fasce contributive: fino a 15 anni, tra 15 e 25 anni, oltre 25 anni (valori leggermente diversi per gli autonomi con soglie a 18 e 28 anni).

Esempi:

  • meno di 15 anni di contributi e reddito fra 11.766,30 e 15.688,40 euro → 336 euro;

  • oltre 25 anni di contributi e reddito sotto 11.766,30 euro → 655 euro.

Incrementi da gennaio 2026: la rivalutazione

Separatamente dai pagamenti di dicembre, gli assegni verranno aggiornati a gennaio 2026 con la rivalutazione Inps basata sull’inflazione dell’anno in corso. La percentuale definitiva sarà comunicata a breve, ma le stime parlano di un aumento intorno all’1,4–1,5%.

La rivalutazione, però, non sarà uguale per tutti:

  • pensioni fino a 2.413,60 euro lordi: aumento pieno;

  • pensioni fra 2.413,61 e 3.107 euro lordi: riconosciuto solo il 90% dell’aumento;

  • pensioni oltre 3.107 euro lordi: rivalutazione limitata al 75%.

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