Piano Biden, volano da 1.000 miliardi per Caltagirone, Elkann, Starace, Salini

Arriva il via libera dal Senato Usa al piano voluto da Joe Biden. E intanto c'è già chi si frega le mani: da Buzzi a Cementir, il business in Nord America

di Marta Barbera
francesco gaetano caltagirone
Economia
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Buzzi, Caltagirone, Salini, Battista, Montipò, Volpe e Starace si fregano le mani dopo il disco verde del Senato americano al piano da mille miliardi dollari messo a punto dalla presidenza Biden per il rafforzamento delle infrastrutture degli Stati Uniti. Il motivo? Il progetto che permetterà uno degli investimenti federali più consistenti degli ultimi decenni, focalizzato su strade, ponti, ferrovie ed estensione della banda larga impatterà più che positivamente (non solo in madrepatria) sui grandi colossi ingegneristici, energetici ed edilizi italiani che operano nel ricco mercato a stelle e strisce: tra questi ci sono i due big del cemento Buzzi Unicem e Cementir, il general contractort campione tricolore delle costruzioni WeBuild, il gioiellino italico dei cavi Prysmian, le macchine pesanti della galassia Exor Cnh Industrial, Intermpup e le energetiche Falck Renewables ed Enel


Francesco Gaetano Caltagirone

Tant’è che gli analisti finanziari di Equita, la blasonata Sim che opera su Piazza Affari, guardano avanti e fanno già i conti in tasca ai big player del settore. “L’approvazione del piano da parte del Senato con il sostegno repubblicano è una notizia positiva e un altro passo avanti”, commentano gli esperti. Soprattutto, in prima battuta, per Buzzi e Cementir. E questo perchè: il colosso guidato dall'omonimo Buzzi, specializzato nel mercato di produzione e vendita di cemento - spiegano gli esperti- ha incassato solo nel 2020 il 57% dell'Ebitda, il margine operativo al netto degli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali, nel profittevole mercato degli States. Quota che per Cementir dell'impero Caltagirone raggiunge l'8%. 

Ma non solo. Sotto la lente degli analisti di Piazza Affari anche Salini, che ha da poco incassato una commessa da 210 milioni da Aspi e che dal Nord America porta a casa il 28% dei ricavi. Mentre per Valerio Battista, numero di Prysmian, azienda specializzata nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell'energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche, anche qui, l’Ebitda è a quota 40%.


Pietro Salini

Buone notizie anche per l'italiana Interpump, leader mondiale di produzione di pompe guidata da Fulvio Montipò, il top manager più pagato nel 2020: negli Stati Uniti il colosso tricolore genera il 30% dei ricavi.

Infine, nel settore energetico, Falck Renowables ed Enel, scrivono gli esperti, generano il 5% del proprio Ebitda proprio nella regione nordamericana.

La conferma che il trilione di dollari messo a disposizione dall'amministrazione Biden farà bene ai bilanci delle quotate citate sopra arriva anche da Piazza Affari, dove gli investitori non hanno perso tempo a premiare il comparto interessato: a guidare i rialzi di Borsa, a metà seduta, c'è proprio Buzzi Unicem, che porta a casa un guadagno del 2,5% e Prysmian del 1,7%.


Francesco Starace 

Fuori dal Ftse Mib in evidenza anche gli altri due colossi delle costruzioni: +2,8% per WeBuild, che ha anche aggiornato il mercato sullo stato di avanzamento dei lavori per il ponte Braila in Romania, e in crescita dell'1,8% Cementir che beneficia anche delle valutazioni positive di Mediobanca Securities.

Modernizzare su scala nazionale ponti, strade, trasporto di massa, acquedotti, servizi elettrici e reti Internet ad alta velocità: sono questi gli obiettivi del grande piano infrastrutturale da mille miliardi voluto dal presidente Joe Biden.

(Segue: la grande sfida del pacchetto infrastrutture Usa e la ripartizione delle spese...) 

“Grandi notizie: l'accordo sulle infrastrutture bipartisan è ufficialmente passato al Senato. Spero che il Congresso lo invii alla mia scrivania il prima possibile in modo da poter continuare il nostro lavoro di ricostruzione”, ha scritto il presidente americano Joe Biden su Twitter. Una vera e propria conquista della presidenza democratica arrivata grazie a uno sforzo “colletttivo”: 69 voti a favore, 39 contro, determinante il via libera di 19 senatori repubblicani, compreso il leader di minoranza Mitch McConnell.

In sostanza, la sfida è ben chiara: mettere insieme le forze per raccogliere la più grande missione dei prossimi anni: lotta alla pandemia, cambiamento climatico e sostenibilità ambientale. Ora, a completare il quadro, manca solo il vaglio alla Camera. Ma di sorprese, nel complesso, non ce ne dovrebbero essere, considerando la larga maggioranza democratica.

Giunto il disco verde, ora si pensa a spartire il capitale: 110 miliardi per rete stradale e nuove opere, 39 per migliorare il trasporto pubblico compresi fondi record alle ferrovie Amtrak. Ai porti vanno 17 miliardi, agli aeroporti 25. Autobus e traghetti verdi ricevono 7,5 miliardi e altrettanto va a stazioni di ricarica per veicoli elettrici. I servizi elettrici ottengono 73 miliardi e la rete idrica 55, con 50 miliardi contro cyber attacchi e disastri naturali. Al broadband Internet sono destinati 65 miliardi.

Valerio Battista