Repubblica Ceca, Andrej Babis vince le elezioni: chi è il miliardario populista che vuole essere come Trump e Berlusconi

Il miliardario populista Andrej Babis, re dei fertilizzanti e settimo uomo più ricco del paese, trionfa in Repubblica Ceca

di Elisa Mancini

Andrej Babis

Economia

Repubblica Ceca: Andrej Babis guida il nuovo governo

Le elezioni politiche in Repubblica Ceca hanno segnato un ritorno in grande stile dell’estrema destra. Il partito Azione dei cittadini insoddisfatti (ANO), guidato dall’ex premier Andrej Babis, ha conquistato il 34,7% dei voti, superando la coalizione di centrodestra del premier uscente Petr Fiala, ferma al 23,3%.

Una vittoria netta, ma non sufficiente a garantire a Babis un governo monocolore: per formare la maggioranza dovrà stringere alleanze con diversi piccoli partiti populisti, ciascuno con consensi tra il 6% e l’8%.

Andrej Babis, 71 anni, è un miliardario ceco con un passato nell’élite comunista della Cecoslovacchia. Cresciuto come “Karrierekommunist” nella nomenklatura del periodo stalinista, ha saputo trasformare il suo percorso politico in un’occasione imprenditoriale: oggi è il settimo uomo più ricco della Repubblica Ceca, con un patrimonio di quasi tre miliardi di euro, accumulato soprattutto attraverso la sua azienda agricola Agrofert e le privatizzazioni post-Caduta del Muro di Berlino.

Dal 2011 guida ANO, acronimo di “Azione dei cittadini insoddisfatti” ma anche gioco di parole con il ceco “Sì”.  Babis si oppone al Green Deal, critica il sostegno militare all’Ucraina e mostra scetticismo verso l’accoglienza dei profughi, che in Repubblica Ceca sono oltre 373mila su meno di 11 milioni di abitanti. Tuttavia, ha escluso categoricamente qualsiasi uscita dall’Ue o dalla Nato, distinguendosi così dai possibili futuri alleati più radicali, e riconoscendone il potenziale strategico.

Per le sue posizioni e il suo stile, Babis è spesso paragonato a Donald Trump e a Silvio Berlusconi. Come Trump, ha perso un’elezione tra due mandati e ha accumulato numerose accuse legali, trasformatesi in indagini giudiziarie. Come Berlusconi, controlla ampi settori dell’informazione: nel 2013 acquistò i due principali quotidiani cechi, guadagnandosi il soprannome di “Babisconi”. Ora minaccia di riformare l’informazione pubblica per sottoporla al controllo governativo.

Chi osserva Babis nota subito la sua teatralità politica. Quando si arrabbia alterna ceco e slovacco in una sorta di richiamo nostalgico alla Cecoslovacchia. Ama la propaganda diretta: cappellini, slogan, foto sorridenti; la sua passione per il tycoon è quindi più che evidente e ne emula addirittura la retorica e lo stile comunicativo, senza rinunciare però alla strategia europea necessaria a mantenere potere e privilegi.

La cifra più affascinante e inquietante di Babis sta nelle sue contraddizioni: miliardario ma populista, critico verso l’Ue ma dipendente dai suoi fondi, filorusso ma difensore della Nato. È un uomo che sa parlare al cuore dei cittadini, ma pensa con la testa dei grandi oligarchi. 

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