Richemont, il lusso non conosce crisi. Fatturato in crescita con i gioielli Cartier e Van Cleef, deludono gli orologi Piaget

Bene la vendita di gioielli che ha registrato un aumento dell'11% nel trimestre, contribuendo a compensare il calo dell'11% della divisione di orologeria

di Maddalena Camera
Economia

Richemont, il lusso non conosce crisi

La vendita di beni di lusso non arretra. Tanto che Richemont, che possiede i brand Cartier e Van Cleef & Arpels, ha chiuso il quarto trimestre con vendite in aumento del 7%, leggermente sopra le aspettative e un cambio nella domanda.

Infatti la debolezza dell'Asia è stata compensata da un'intensa attività negli Stati Uniti, dove gli acquirenti facoltosi hanno ignorato il clima d'incertezza economica e hanno continuato a spendere per i gioielli di lusso ma meno per gli orologi.

Il gruppo svizzero, a cui fa capo anche il brand di orologi Piaget, ha detto che le vendite nel trimestre a fine marzo sono salite a 5,17 miliardi di euro. Con un incremento leggermente superiore al 6% previsto dal consensus citato da Hsbc ma leggermente inferiore rispetto al tasso di crescita del 10% registrato nel terzo trimestre.

Bene la vendita di gioielli che ha registrato un aumento dell'11% nel trimestre, contribuendo a compensare il calo dell'11% della divisione di orologeria, che sta risentendo del crollo della domanda in Cina, dove la crisi immobiliare ha pesato sull'interesse per gli acquisti di lusso. Robusta invece la domanda negli Stati Uniti.

I gruppi del lusso aveva scommesso che questo avrebbe aiutato il settore a uscire dalla più grande contrazione degli ultimi anni, ma già a partire da metà febbraio hanno iniziato a manifestarsi segnali di un indebolimento dell'economia statunitense e gli annunci di dazi su vasta scala ad aprile hanno portato ulteriore incertezza. 

Il debito del gruppo al 30 giugno 2025 era pari a 7,4 miliardi di euro dopo aver contabilizzato la perdita di 426 milioni a seguito del completamento della vendita di Ynap (ex Yoox) a Mytheresa nell'aprile scorso.

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