Si riaccende il risiko, Bpm da preda a predatore: nel mirino Banca di Asti. Sul tavolo anche il dossier Crédit Agricole

Banco Bpm punta a crescere: tratta per salire in Banca di Asti e accelera sul dossier Crédit Agricole Italia, decisa a passare da preda a protagonista del risiko bancario

di Elisa Mancini
Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm 
(Fonte immagine: La Presse) 
Economia

Banco Bpm apre il dossier Banca di Asti: nel mirino la quota della Fondazione Cr Asti

Banco Bpm si muove, e stavolta non per difendersi. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna avrebbe avviato contatti per salire nel capitale di Banca di Asti, di cui già detiene il 9,9% dal 2004. Un interesse che arriva mentre proseguono, in parallelo, i lavori sul dossier più ambizioso, quello con Crédit Agricole Italia

Il cuore dell’operazione piemontese è la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, azionista di controllo con il 31,8% del capitale. Ad aprile la Fondazione ha affidato a Equita il mandato per valorizzare la partecipazione, che vale circa 174 milioni di euro, pari all’80% del suo patrimonio. Sul tavolo sarebbero arrivate tre offerte, una delle quali firmata proprio da Banco Bpm. In corso, dunque, ci sarebbero contatti diretti tra la banca milanese, la Fondazione e i vertici dell’istituto piemontese.

La mossa avrebbe una logica industriale ben precisa. Banca di Asti, con 210 sportelli tra Piemonte e Veneto, non si sovrappone alla rete di Banco Bpm in aree come Alessandria e Novara. Non mancano poi sinergie sul fronte del risparmio gestito: entrambe distribuiscono i prodotti Anima, di cui Bpm controlla il 90%. Una combinazione che rafforzerebbe la presenza nel Nord-Ovest, area chiave per la crescita del gruppo, senza duplicare strutture.

I contorni dell’operazione sono delicati anche per la governance dell’istituto astigiano, partecipato, oltre che dalla Fondazione Cr Asti, da Fondazione Cr Biella (12,9%), Fondazione Crt (6%), Fondazione Cr Vercelli (4,2%) e da una miriade di piccoli investitori locali. Nel primo semestre la banca ha registrato 38,7 milioni di utile netto e un attivo di 12,7 miliardi, con una redditività al 7%, inferiore alla media nazionale del 13%.

Ma Asti non è l’unico obiettivo sul radar. I rumors di mercato parlano anche di un interesse per Banco Desio e per la Popolare di Puglia e Basilicata, entrambe collegate alla rete di Anima.  Parallelamente, procede anche il dossier Crédit Agricole Italia, un’operazione complessa e politicamente sensibile che dovrebbe superare i vincoli del golden power.

Per ora, tutto si muove a fari spenti. Ma una cosa è evidente: Banco Bpm non intende più limitarsi a difendere la propria indipendenza.  Da preda a predatore: il risiko bancario italiano ha trovato un nuovo protagonista.

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