Pif con l'aiuto del genero di Donald Trump compra Ea: così il sogno di trasformare l'Arabia Saudita nel Paese dei videogiochi diventa realtà
L'Arabia Saudita punta su EA per dominare il mercato globale dei videogiochi ed e-sport entro il 2030, con un'acquisizione record guidata dal fondo sovrano Pif e dal finanziere Jared Kushner
Il progetto per attrarre 10 milioni di visitatori all'anno
I sauditi puntano sui videogiochi per trasformare l’Arabia Saudita in un hub globale per i giochi e i cosiddetti e-sport che già finanziano con un torneo internazionale dal montepremi stellare: 70 milioni di dollari. Per questo il fondo di investimento saudita PIF, con il fondamentale aiuto di Jared Kushner, finanziere nonché genero del presidente Donald Trump, si appresta a comprare Electronics Art (EA), la società statunitense leader del settore, valutata 55 miliardi di dollari.
L’operazione, che rappresenta anche il maggior leverage buyout della storia, è guidata dal Fondo di Investimento Pubblico dell'Arabia Saudita (PIF), che diventerà l'azionista di maggioranza di EA, mentre il fondo di private equity di Kushner, Affinity Partners, deterrà il 5%.
Da sottolineare che Kushner è stato uno dei principali collaboratori di Trump durante il primo mandato del suocero alla Casa Bianca e ha poi fondato Affinity nel 2021, investendo in fondi in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.
La strategia del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è quella di portare turismo grazie ai videogiochi e di far diventare il suo Paese "hub globale per i giochi e gli e-sports" entro il 2030.
Negli ultimi anni il Fondo PIF, che ammonta a quasi 1.000 miliardi di dollari, ha effettuato importanti investimenti in case editrici di videogiochi attraverso il suo Savvy Games Group. Può infatti già contare su una partecipazione nel produttore di "Call of Duty" Activision Blizzard e partecipazioni di circa il 4% in Nintendo e di circa il 6% in Take-Two Interactive.
La fondazione saudita per gli e-sports ha annunciato un nuovo torneo a squadre e Qiddiya, uno dei giga-progetti infrastrutturali del fondo in Arabia Saudita, mira ad attrarre 10 milioni di visitatori all'anno nel suo distretto di e-sports e giochi entro il 2030. Con il nome di "città del gioco", Qiddiya si vuole concentrare sull’intrattenimento e sul turismo, con l’obiettivo di incubare 30 aziende leader nello sviluppo di videogiochi.
Il consorzio PIF e Affinity sta investendo 36 miliardi di dollari nell’acquisizione di EA, compresa la quota del 10% già detenuta da PIF, ed è supportato da 20 miliardi di dollari a debito finanziato da JPMorgan. Gli azionisti di EA riceveranno 210 dollari per azione in contanti, un premio del 25% rispetto al prezzo di chiusura del titolo il 25 settembre, prima che emergesse la notizia dell’accordo.
Ma alcuni analisti, che paventano anche licenziamenti, ritengono che sia troppo poco. "Il vero potenziale di EA sta solo iniziando a emergere", hanno detto.
L’accordo di fusione prevede comunque 45 giorni per la presentazione di un'offerta superiore, ma è improbabile che ciò accada. "Per eguagliarla occorrerebbero troppi soldi – dicono gli analisti – Inoltre un offerente strategico si scontrerebbe con l’antitrust, mentre per i private equity l’esborso sarebbe troppo elevato”.