"Stellantis, improbabile entri lo Stato. E ora non diventi dibattito politico"

L'intervista al segretario nazionale del sindacato Fim-Cisl Ferdinando Uliano insieme all'intervento di Fiom-Cigl

di Redazione Economia
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FERDINANDO ULIANO FIM CISL
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Stellantis, Fim-Cisl: "La partecipazione del governo nel capitale? Operazione improponibile"

“L’affaire Stellantis non deve diventare un dibattito politico in vista delle elezioni”. A dirlo ad Affaritaliani.it è Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl che, interpellato, fa il punto dopo le polemiche insorte in seguito alle dichiarazioni del Ceo della casa automobilistica. 

Carlos Tavares aveva infatti dichiarato pochi giorni fa che “senza incentivi del governo, gli impianti in Italia sono a rischio”, ponendo in particolare l’attenzione sugli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano d’Arco. Dichiarazione, questa, arrivata in seguito al botta e risposta (ormai attivo da settimane) tra il numero uno di Stellantis e la premier Giorgia Meloni, la quale ha fortemente criticato l’azienda sotto diversi punti.

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“Dopo gli avvertimenti sulla ‘fragilità’ degli impianti, abbiamo immediatamente chiesto un incontro con la premier, il Ceo Tavares e i sindacati”, spiega Uliano. “Comunque, nonostante siano arrivati con ben otto mesi di ritardo con un conseguente danno al mercato, gli incentivi lanciati dal governo dovrebbero mettere fine ai problemi dello stabilimento di Pomigliano”.

E sull’ipotesi di una partecipazione statale avanzata dal ministro Adolfo Urso, il segretario della Fim-Cisl ha le idee chiare. “Far entrare il governo nel capitale di Stellantis? Credo sia totalmente improbabile. Basti pensare che per arrivare alle quote della Francia servirebbero circa sei miliardi di euro. Difficile che il governo italiano si immoli in tale operazione”, conclude Uliano.

A intervenire sulla questione incentivi è anche Samuele Lodi, segretario nazionale di Fiom Cgil, il quale spiega: “Gli incentivi non bastano. Incentivare la domanda sarebbe dovuto essere l’atto finale di un percorso industriale nel complesso del settore dell’automotive”.

“Per la Fiom Cgil”, continua Lodi, “è indispensabile aumentare i volumi produttivi, garantire l'occupazione in tutti i siti, dall'assemblaggio alla ricerca e sviluppo e produzione, migliorando al contempo le condizioni di lavoro. È ora di interventi legislativi specifici, come la cassa per transizione, che garantisca continuità occupazionale e salariale anche a tutela di tutta l’importante filiera della componentistica collegata al settore, ragionando anche in termini di riduzione dell’orario di lavoro”, conclude infine il segretario di Fiom Cgil.