Tassa sull’oro, il piano del Governo per salvare i dividendi. L'esperto: "Ottima occasione per vendere, ma non conviene a tutti"

Il governo valuta una tassa agevolata sulla rivalutazione dell’oro: una mossa limitata, utile solo a pochi investitori. L'intervista a Gianluigi Serafini partner Grimaldi Alliance

di Rosa Nasti
Economia

Oro, il Governo studia una tassa per fare cassa subito. L’esperto: "Occasione per chi vende a breve, inutile per chi punta sul lungo periodo"

Nel tentativo di finanziare la manovra 2026 senza intervenire, almeno per ora, sui dividendi, il Governo Meloni valuta una nuova strada: tassare la rivalutazione dell’oro. L’obiettivo è incassare subito risorse fresche offrendo ai possessori di lingotti e monete la possibilità di pagare un’imposta ridotta, intorno al 18%, invece del 26% previsto oggi sulle plusvalenze.

In cambio, lo Stato otterrebbe un gettito immediato. Una mossa che promette di accendere un acceso dibattito tra chi la vede come un’opportunità e chi come l’ennesima trovata per fare cassa. Affaritaliani ha intervistato, Gianluigi Serafini partner Grimaldi Alliance.

Come potrebbe influire sul mercato dell’oro una riduzione fiscale sulle plusvalenze, soprattutto in un periodo di forte volatilità? Potrebbe spingere più persone a vendere o, al contrario, creare incertezza?

Al momento il mercato dell’oro è molto volatile e molti investitori continuano a credere su una tenuta del prezzo e su una sua crescita. La previsione di una riduzione della tassazione, peraltro, può ragionevolmente incentivare operazioni di vendita al fine di realizzare plusvalenze latenti.

Peraltro, una riduzione della fiscalità in Italia appare del tutto irrilevante sulla determinazione del prezzo dell’oro in quanto l’Italia copre poco più 2% del mercato globale dell’oro di investimento; è quindi evidente che un eventuale incremento delle vendite conseguente ad operazioni di realizzo determinate dall’agevolazione fiscale non determinerebbe movimenti sufficienti ad incidere sul prezzo del metallo.

La rivalutazione del valore dell’oro e il pagamento anticipato di una tassa più bassa sono davvero vantaggiosi per chi possiede oro, o rischiano di essere una trappola in caso di improvvisi cali del prezzo?

Credo che la riduzione dell’aliquota mediante affrancamento possa essere utilizzata da chi intende realizzare la plusvalenza nel breve periodo. Vedo difficile che l’investitore che intende mantenersi investito in oro decida di utilizzare l’affrancamento fiscale al fine di aumentare il vero valore di carico fiscale.

Il tentativo dello Stato di creare cassa mediante un affrancamento agevolativo del valore di carico dell’oro resti una mera speranza che non determini una voce significativa di entrate fiscali.

Quali sono i rischi per lo Stato nell’incassare subito parte delle tasse sulle plusvalenze dell’oro, considerando che il mercato può subire brusche flessioni e che l’oro è un bene rifugio?

Lo Stato sarebbe ben felice di incassare in anticipo imposte da affrancamento, è una delle tante misure oramai diventate strutturali che tendono a rideterminare i valori fiscali di carico con strumenti di affrancamento con l’obiettivo di anticipare l’incasso di imposte latenti.

Peraltro, dette misure hanno già dimostrato che funzionano solo per i contribuenti che hanno già valutato nel breve una dismissione e quindi intendono ottimizzare la conseguente fiscalità. La modifica normativa prospettata credo che sia uno dei troppi provvedimenti finalizzati a cercare coperture finanziarie, il cui esito positivo è assolutamente incerto.

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