Tim cambia statuto, la mossa sul tavolo del Cda. Un obbligo? No, un'opportunità per crescere
Nel corso del cda si parlerà però anche dell’innalzamento all’1% del possesso di azioni. Tutti i temi sul tavolo
Tim cambia statuto, la mossa al vaglio del Cda il 23 maggio
Le proposte di modifica dello Statuto di Tim, come l'allargamento dell'oggetto sociale, saranno sottoposte al vaglio del Consiglio di Amministrazione nella riunione del 23 maggio, allorché si procederà alla convocazione dell'assemblea per il giorno 24 giugno.
In realtà Tim non è obbligata ad allargare l'oggetto sociale e già vende servizi assicurativi ed energia alle imprese tramite Tim Broker, ma la mossa è dettata dall'entrata di Poste Italiane nel capitale di Tim che dovrebbe portare a un notevole ampliamento di questi servizi.
La società guidata da Matteo Del Fante infatti ora detiene il 24,8% delle azioni Tim, acquisite da Cdp e Vivendi. Da tempo Poste non consegna solo pacchi e posta ma è diventata una grande piattaforma multiservizi che spazia da quelli bancari, all'energia e alla telefonia fissa e mobile.
E quindi Tim dovrebbe diventare un distributore e integratore di questi servizi che potrebbero fruttare un margine lordo di oltre 100 milioni all'anno. Senza contare i molti servizi alla piccole e medie imprese, compreso il cloud, che Tim potrebbe vendere ed erogare tramite la capillare rete di negozi targati Poste Italiane.
L'ad di Tim Pietro Labriola aveva detto in conference call con gli analisti una settimana fa che i primi servizi potrebbero vedere la luce già nel prossimo autunno, magari legati all'energia, un campo dove entrambe le società sono già presenti. Tim diventerà anche il provider di Poste Mobile, ad oggi sulla rete Vodafone, che è il maggior operatore virtuale italiano con circa 6 milioni di clienti. L’integrazione dell’oggetto sociale, riferibile all’articolo 3 dello Statuto della società, deve essere approvato dai soci. Chi non è d’accordo può contare sul diritto di recesso.
Nel corso del cda si parlerà però anche dell’innalzamento all’1% del possesso di azioni al fine di presentare in assemblea le liste per la nomina di sindaci e consiglieri che oggi è consentito anche a chi detiene una quota molto più bassa del capitale. E di conseguenza affinché si raggiunga l'elezione di un candidato, questo dovrà raccogliere almeno l’1,5% delle preferenze.
Nell'assemblea del 24 giugno non saranno presentate liste per i consiglieri in quanto il presente consiglio, formato da 9 consiglieri, è stato rinnovato fino al 2026. Ma se Poste vorrà entrare nel cda potrà comunque farlo dato che lo statuto di Telecom permette di estendere il numero dei consiglieri fino a 19.