Titoli di Stato, servono 166mld. Voragine Superbonus: è peggio che col Covid

I crediti d’imposta riportano il fabbisogno di cassa ai livelli 2020. Soldi da cercare sui mercati, la Bce ha chiuso il programma di acquisti eccezionali

di Redazione Economia
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Titoli di Stato, siamo tornati ai livelli del 2020. Ma questa volta la Bce non ci aiuterà. L'analisi

L'Italia è tornata ai livelli del post pandemia. Questa volta il virus che ha colpito il Paese non è il Covid ma il Superbonus, gli effetti delle agevolazioni si stanno rivelando devastanti per i conti pubblici. Quest’anno i titoli di Stato - riporta Il Sole 24 Ore - dovranno coprire le esigenze delle casse pubbliche per 154 miliardi di euro. La cifra, calcolata dall’Ufficio parlamentare di bilancio, segna un aumento del 41,3% rispetto allo scorso anno, ed è pari a 2,3 volte i livelli del 2022; si tratta di soli 5 miliardi in meno (3,1%) del dato 2020, quando il contatore volò su fino a 159 miliardi. Suona così l’effetto dei circa 40 miliardi di extradebito prodotto dai crediti d’imposta edilizi sui conti di quest’anno. Con i rinnovi dei bond governativi in scadenza il conto complessivo dei collocamenti sale a quota 492 miliardi.

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Ma rispetto al picco della crisi pandemica, però, - prosegue Il Sole - lo scenario di oggi offre un’altra differenza, questa volta negativa. La Banca centrale europea ha chiuso il programma di acquisti eccezionali e sta frenando anche la coda dei reinvestimenti sui titoli in scadenza, per cui il Tesoro dovrà cercare sui mercati i "clienti" a cui vendere i titoli di Stato. Le emissioni nette, cioè quelle aggiuntive ai collocamenti necessari per rimpiazzare i titoli in scadenza, arriveranno quest’anno a 166 miliardi, con un salto del 36,1% rispetto ai 122 miliardi del 2023: anno nel quale di fatto l’Italia è tornata sul mercato delle emissioni nette, fino ad allora coperte più o meno largamente dall’ombrello aperto a suo tempo a Francoforte.