Ue, Hegseth: "Alleati vicini a intesa sul 5% del Pil destinato alla difesa". Crosetto: "Ora obiettivo impossibile"
Il commissario Ue lancia l'allarme sui conti pubblici del nostro Paese (ora in risanamento)
Nato, Hegseth: "Usa non possono essere sempre ovunque"
"Abbiamo una strategia di difesa provvisoria che specifica chiaramente che difenderemo il nostro confine meridionale e lo chiuderemo, a differenza della precedente amministrazione che ha permesso a 21 milioni di persone di invadere il nostro Paese, e ne otterremo il controllo operativo al 100%. Ci assicureremo di spostarci correttamente nell'Indo-Pacifico e di ristabilire la deterrenza lì, e poi aumenteremo la condivisione degli oneri in tutto il mondo. L'America non può essere sempre ovunque, né dovrebbe esserlo". Lo ha dichiarato il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, a margine della ministeriale Nato.
"Ci sono quindi delle ragioni per cui abbiamo truppe in determinati luoghi, e rispettiamo e comprendiamo che è stato prudente rivedere in tempo reale la disposizione delle forze insieme ai nostri alleati e partner per assicurarci che fosse della giusta dimensione. Quindi non voglio anticipare la decisione del presidente in merito, ma stiamo esaminando tutto e penso che l'impegno dei nostri alleati e la loro volontà di spendere di più significhino molto", ha aggiunto.
Nato, Hegseth: "Vicini a consenso su 5%; alcuni non d'accordo"
"Pensiamo di essere molto vicini, quasi a un consenso, su un impegno del 5% per la Nato, a L’Aia, questo mese". Lo ha dichiarato il segretario Usa alla Difesa, Pete Hegseth, in un briefing a margine della ministeriale Nato. "Ci sono alcuni Paesi che non sono ancora del tutto d’accordo. Non farò nomi. Non è necessario, siamo tra amici in quella stanza. Li convinceremo. Ma dalla Francia alla Germania, dai Paesi Baltici ai Paesi nordici, dalla Polonia alla Grecia fino all’Ungheria, e tanti altri ancora, l’impegno c’è", ha aggiunto.
Ue, Dombrovskis mette in guardia l'Italia sui rischi che corre
Il piano di riarmo voluto da Ursula von der Leyen rischia di diventare un problema per i Paesi dell'Ue, specie per chi come l'Italia ha un rapporto debito/Pil molto alto. A mettere in guardia sulle possibili conseguenze di questa ulteriore spesa da sostenere a livello militare, per portare come richiesto dalla Nato il livello al 2% del Pil, ci pensa il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis. "La nostra valutazione - spiega il commissario Ue a La Stampa - è che la proiezione di crescita della spesa netta dell’Italia sia in linea con il percorso di risanamento stabilito. Per quanto riguarda invece la clausola di salvaguardia per le spese militari, l’Italia non ne ha richiesto l’attivazione e quindi non abbiamo preso decisioni su questo fronte".
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Dombrovskis entra ancora di più nel dettaglio: "Aumentare la spesa senza far ricorso alla clausola di salvaguardia è fattibile, ma ovviamente - prosegue il commissario Ue a La Stampa - senza l’attivazione della clausola serviranno scelte politiche più difficili. Credo comunque che queste considerazioni sulla sostenibilità di bilancio vadano tenute ben presenti perché il rapporto debito/Pil italiano è il secondo più alto all’interno dell’intera Ue. Tra l’altro vediamo già che diversi Stati membri stanno iniziando a comprendere i limiti della loro flessibilità di bilancio: è il caso di Paesi come l’Italia o la Francia che hanno deciso di non attivare la clausola di salvaguardia nazionale. Questo è indicativo di quanto sia importante la sostenibilità di bilancio per riportare il proprio debito all’interno della traiettoria stabilita".