UniCredit, Orcel "chiude" il capitolo Generali e accelera senza M&A: il vero obiettivo resta la Germania
Già a inizio anno Orcel aveva chiarito che l’investimento in Generali non era strategico e che nel tempo sarebbe stato smontato
Andrea Orcel
UniCredit, Orcel riduce la quota in Generali e punta sulla crescita senza M&A. Lo sguardo è su Commerzbank
UniCredit continua a stringere il perimetro delle sue partecipazioni "non strategiche" e mette un altro tassello nel percorso delineato dal ceo Andrea Orcel: crescere senza affidarsi alle grandi aggregazioni in Italia, ma con lo sguardo ben puntato sull’Europa, in particolare sulla Germania.
Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, l’istituto ha appena ridotto la quota in Assicurazioni Generali a circa il 2%. Solo pochi mesi fa, alla vigilia dell’assemblea del Leone, la banca deteneva il 6,7% del capitale e si era schierata con la lista di minoranza di Francesco Gaetano Caltagirone, in contrapposizione al tandem Donnet-Sironi sostenuto da Mediobanca. Una partita che si è chiusa con la vittoria della governance tradizionale e che ha tolto a UniCredit ogni ragione per restare esposta nel capitale del Leone.
La riduzione prima al 5% quest'estate e ora al 2%, insomma, non sorprende. Già a inizio anno Orcel aveva chiarito che l’investimento in Generali non era strategico e che nel tempo sarebbe stato smontato. Del resto, il Leone è da sempre un campo da gioco complicato. Su Trieste si incrociano gli interessi di Mediobanca, e quelli di grandi famiglie industriali come Del Vecchio e Caltagirone. Non a caso è saltato anche il progetto di Piazzetta Cuccia di rilevare Banca Generali. Insomma in questo risiko, il Leone è diventato l’obiettivo finale di tutti, ma per Orcel, forse, non lo è mai stato davvero.
Oltretutto il disimpegno da Generali va anche letto in parallelo con lo stop all’offerta su Banco Bpm. Lì la lezione è stata ancora più chiara: in Italia fare M&A per Orcel è stato difficile, se non quasi impossibile, soprattuto per il peso politico, cosa che il banchiere non ha mai nascosto, parlando apertamente di "interferenze del governo" che hanno reso impraticabile l’operazione.
Meglio, quindi, concentrare capitale e risorse in mercati dove ci sono margini reali di manovra. Ed è qui che entra in gioco la Germania. UniCredit è già salita al 26% di Commerzbank e punta ad arrivare al 29,9%, il massimo consentito prima di dover lanciare un’opa. Orcel ha detto chiaramente che non c’è fretta e che “rispettare il governo tedesco” è cruciale.
Non è quindi un obiettivo nel breve termine, ma rappresenta, per ora, l’unico terreno dove un’operazione può cambiare davvero il profilo del gruppo. In questo senso, l’uscita da Generali non è un arretramento, ma un modo per concentrarsi su ciò che conta, per crescere in Italia con le proprie forze e tenere pronte le munizioni per un colpo vero in Germania.