Usa, l'economia tira un sospiro di sollievo: Pil giù, ma meno delle previsioni

Non un buon risultato, certo, ma comunque meglio delle aspettative degli analisti di Washington che scommettevano invece su un calo dello 0,7%

Economia
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Usa, Pil in calo per il secondo trimestre di fila (-0,6%): Borse in debole ripresa

L'economia americana si è contratta nel secondo trimestre dello 0,6%, meno di quanto inizialmente previsto (la prima stima parlava di una contrazione dello 0,9%) e meno delle attese degli analisti che scommettevano su un calo dello 0,7%.

Per gli Stati Uniti si tratta comunque del secondo trimestre consecutivo di crescita negativa e quindi di un'economia in recessione tecnica. Il Pil statunitense si era contratto nei primi tre mesi dell'anno dell'1,6%. I dati sul Pil del secondo trimestre infuocano il dibattito sulla recessione americana. Il Pil statunitense si è contratto per due trimestre consecutivi (-1,6% nei primi tre mesi e -0,6% nel periodo aprile-giugno) segnalando una recessione tecnica per l'economia americana.

Ma se il prodotto interno lordo si contrae, il reddito interno lordo sale: ha segnato un +1,8% nel primo trimestre e un +1,4% nel secondo. Teoricamente i due indici si muovono mano nella mano ma in questo caso sono separati da un ampio gap: da un lato il Pil segnala una brusca frenata dell’attività, dall'altra parte il reddito interno lordo indica invece un graduale raffreddamento.

L'arbitro ufficiale delle recessioni americane è il National Bureau of Economic Research che, nei suoi calcoli, tiene in considerazione tutti e due gli indici e altre variabili economiche. Fra queste il mercato del lavoro che si mantiene solido, come indicato dall'andamento delle richieste di sussidi alla disoccupazione, calate per la seconda settimana segnalando come nonostante l'incertezza il mercato tiene. In questo quadro complesso la Fed è chiamata a decidere le prossime mosse di politica monetaria e a farlo mentre l'inflazione è ai massimi da 40 anni e il tasso di disoccupazione è ai minimi da decenni.

Chiusura debole e in ordine sparso per le Borse europee, che erano partite in rialzo e poi hanno ridotto i guadagni dopo le minute della Bce e sulla scia del rally del prezzo del gas, che ha toccato nuovi record al Ttf di Amsterdam, ben oltre la soglia dei 300 euro per megawattora (+10% a 323 euro nel finale di seduta, sui massimi di giornata). Non è bastato sostenere i listini il rimbalzo di Wall Street dopo il dato sul Pil Usa nel II trimestre, calato ma a un ritmo più moderato di quanto si pensasse inizialmente.

C'è attesa per l'intervento del numero uno della Fed, Jerome Powell, domani a Jackson Hole. A Francoforte il Dax sale dello 0,40% a 13.272,45 punti, a Londra l'indice Ftse 100 avanza dello 0,13% a 7.481,05 punti mentre a Parigi il Cac40 va sotto la parità a -0,08% e 6.381,56 punti. A Milano l'indice Ftse Mib guadagna lo 0,10% a 22,454,43 punti.