I Fantastici 4: Gli Inizi, la recensione – Marvel ritrova leggerezza con la famiglia di supereroi più bizzarra

Marvel riscrive il mito dei Fantastici Quattro con un reboot sorprendentemente leggero e retrò, a metà tra sitcom anni ’60 e commedia familiare sci-fi. Ma basta il buonumore a rilanciare la saga?

Cinema

Un nuovo (vecchio) inizio: Marvel preme il tasto reset

The Fantastic Four: First Steps è una ventata d’aria fresca nella saga Marvel, ma anche una dichiarazione d’amore per la fantascienza vintage. Il regista Matt Shakman (già dietro il successo di WandaVision) porta la “Prima Famiglia” dei fumetti nel cuore di una New York alternativa, retrò e coloratissima, dove la posta in gioco sono tanto i drammi cosmici quanto le dinamiche da… sitcom condominiale!

Pedro Pascal si diverte nei panni (elasticissimi) di Reed “Mr Fantastic” Richards, scienziato geniale ma più impacciato in famiglia che davanti al nemico. Vanessa Kirby è una Sue Storm moderna e sfaccettata, capace di affrontare minacce cosmiche e maternità improvvisa senza perdere la bussola. Joseph Quinn (Johnny/Human Torch) e Ebon Moss-Bachrach (Ben/The Thing) formano la coppia comica perfetta, tra battutacce e malinconia, con un’alchimia da manuale.

Trama: tra famiglia allargata e galassie da salvare

L’azione parte subito in medias res: i Fantastici Quattro sono già noti, ma ben lontani dalla perfezione. La loro casa, il leggendario Baxter Building, sembra uscita da un episodio de I Jetson; i pigiami blu e il robot H.E.R.B.I.E. fanno il resto. Sue è inaspettatamente incinta, Reed entra nel panico da papà alle prime armi e, tra un litigio e una gag, i due “fratelloni” Johnny e Ben trovano persino il tempo per nuove cotte (Silver Surfer compresa…).

Quando la minaccia arriva – il Galactus di Ralph Ineson, colosso spaziale divoratore di mondi – il film non perde il suo cuore: la vera forza non è nei superpoteri, ma nei legami (spesso complicati) tra i protagonisti.

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Cosa funziona davvero

  • Zero premesse, zero ansia: Il film è totalmente stand-alone. Anche chi ignora l’MCU può goderselo senza “ripassi” su timeline e multiversi.

  • Sitcom & superpoteri: La parte “familiare” non è solo contorno: è la vera anima, tra equivoci, affetto e disastri domestici in salsa Marvel.

  • Scenografia e costumi: La New York 60s è un piacere per gli occhi: poster, robot, automobili volanti e citazioni pop a pioggia.

  • Cast in stato di grazia: Pascal e Kirby regalano calore e ironia, Moss-Bachrach umanizza The Thing come nessuno prima d’ora.

Fantastici Quattro scena film


 

Cosa manca (e cosa rischia di stancare)

  • La leggerezza paga, ma…: come scritto da Caryn James della BBC: la suspense è poca, i rischi sono minimi e sappiamo già che i nostri eroi torneranno (se non qui, almeno in Avengers: Doomsday).

  • Tonalità cartoon: Qualche gag di troppo e certe dinamiche da sitcom rischiano di sminuire il pathos – specie nelle scene finali, dove il “solito” crollo cittadino suona già visto.

  • Finale telefonato: L’epilogo non sorprende, anche se la coerenza narrativa salva tutto dal già visto.

Momenti top

  • Ben Grimm che legge il manuale di Dr. Spock in sala parto: un tocco di genio comico.

  • Johnny che flirta (seriamente!) con Silver Surfer, la vera sorpresa del cast.

  • Sue Storm/Kirby: stremata ma sempre sul pezzo, mamma e supereroina senza mai perdere fascino.

Fantastici Quattro scena film


 

Il verdetto: leggero, colorato, pronto a spiccare il volo

The Fantastic Four: First Steps è esattamente quello che promette il titolo: un nuovo inizio, leggero ma intelligente, ideale per avvicinare un nuovo pubblico alla saga. Mancano forse la tensione e la grande epica dei migliori Marvel, ma l’empatia, le risate e la nostalgia vincono la partita. E finalmente i Fantastici Quattro tornano a essere… una famiglia vera.

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