Asia nel caos, cresce la tensione Cina-Giappone: droni vicino a Taiwan, Tokyo fa decollare i caccia
Il Giappone dichiara di aver fatto decollare dei caccia dopo il sospetto avvistamento di un drone cinese vicino a Taiwan
Droni cinesi vicino a Taiwan, Tokyo fa decollare caccia
Il Giappone dichiara di aver fatto decollare dei caccia dopo il sospetto avvistamento di un drone cinese vicino a Taiwan. Secondo il ministero della Difesa su X, "un veicolo aereo senza pilota, ritenuto di origine cinese, è stato confermato in volo tra l'isola di Yonaguni e Taiwan", il punto più meridionale dell'arcipelago. La Japan Air Self-Defense Force ha quindi fatto decollare i propri caccia dal comando di difesa aerea seguendo i protocolli di risposta a violazioni o minacce percepite nello spazio aereo. L'episodio sarebbe avvenuto il 15 novembre, poche ore dopo le parole della premier Takaichi sullo stato dell'isola autonoma.
La Cina esclude summit al G20 tra premier Pechino e Tokyo
Il premier cinese Li Qiang esclude qualsiasi incontro con l'omologa nipponica Sanae Takaichi, in occasione dell'imminente vertice G20 dei leader in programma in Sudafrica, a conferma delle aspre tensioni tra i due Paesi. "Posso dirvi che il premier Li Qiang non ha intenzione di incontrare la leader giapponese", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, nel corso del briefing quotidiano.
Cina, mai promesse di rinuncia a uso della forza su Taiwan
La Cina è disposta "a fare ogni sforzo per raggiungere la riunificazione pacifica" di entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan, ma "non prometteremo mai di rinunciare all'uso della forza, né lasceremo spazio ad alcuna forma di attività separatista per l'indipendenza di Taiwan". Lo si legge in un post dell'Ambasciata cinese in Giappone su X, in cui è ribadito il monito a Tokyo contro un suo possibile intervento a difesa dell'isola, come ventilato il 7 novembre dalla premier Sanae Takaichi in caso di aggressione di PECHINO ai danni di Taipei. Il Giappone "incontrerebbe di sicuro una ferma risposta da parte della Cina".
La nota dell'ambasciata cinese a Tokyo ha anche ribadito che Pechino non farà "alcun compromesso o concessione a interferenze esterne", riservandosi "riserviamo la possibilità di adottare tutte le misure necessarie" perché Taiwan "appartiene alla Cina" e come risolvere il dossier di Taiwan e realizzare la riunificazione nazionale "è una questione che spetta al popolo cinese decidere". Pertanto, "se il Giappone osasse interferire nella causa della riunificazione cinese, o osasse tentare un intervento armato nella situazione tra le due sponde dello Stretto con il pretesto di una 'situazione che minaccia la sopravvivenza', allora si tratterebbe di un atto di aggressione e incontrerebbe sicuramente una ferma risposta da parte della Cina", si legge ancora nel post. "Eserciteremo con fermezza il nostro diritto all'autodifesa ai sensi della Carta dell'Onu e del diritto internazionale e difenderemo la sovranità e l'integrità territoriale della Cina", è il monito al Sol Levante, in forma ancora più esplicita rispetto ai giorni scorsi.
La premier nipponica Takaichi, durante una sessione parlamentare, ha detto che "l'uso della forza su Taiwan" da parte della Cina potrebbe costituire una "situazione di minaccia alla sopravvivenza" del Giappone e quindi causare un intervento di Tokyo in forza della "autodifesa collettiva". Giudizi che hanno dato il via a dura reazione cinese che considera Taiwan parte "sacra" e "inalienabile" del suo territorio da riunire anche con la forza, se necessario. Tra i due Paesi è nata la peggiore crisi diplomatica da oltre un decennio con un'escalation alimentata, dalla prospettiva mandarina, dal rifiuto della premier di ritrattare i suoi commenti.