Attacco Nato alla Russia? "Ipotesi poco realistica, è un segnale che l'Ucraina non verrà abbandonata". Lo stratega militare non ha dubbi
Parla lo stratega militare e geo-politico Arduino Paniccia
"Rubio molto più giovane di Trump è preoccupato dalla diplomazia del business che tanto piace al suo presidente, è giovane, punta in alto, non vuole perdere gli alleati europei e non vuole la resa totale ai russi"
"La linea di resistenza ai diktat russi che sta emergendo dall'incontro Rubio-Umerov è stata rilanciata questa mattina dalle dichiarazioni del capo militare della Nato, l'italiano Ammiraglio Cavo Dragone il quale ha ipotizzato un possibile futuro attacco dissuasivo verso la Federazione Russa e una maggiore aggressività nell'ambito della guerra ibrida in atto contro molti paesi aderenti alla Nato. Un chiaro avvertimento e un messaggio a Mosca, più che un'ipotesi reale, e cioè che l'Ucraina - seppure in crisi - non sarà abbandonata al suo destino". Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce), analizza in un'intervista ad Affaritaliani la situazione in Ucraina, i possibili sviluppi sul fronte del dialogo con Stati Uniti e Unione europea provando a spiegare le parole di stamattina dell'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone su un possibile attacco preventivo della Nato alla Russia.
Per quanto riguarda la debolezza di Zelensky, visto soprattutto il caso corruzione sempre più ampio, lo strategit afferma: "È facile immaginare che un presidente che ha contro russi e neanche tanto velatamente i suoi teoricamente alleati americani corra come minimo il rischio che si apra alle sue spalle la spaccatura di quello che Churchill definiva l''home front', il fronte più determinante. Zelensky non poteva sfuggire a questa regola e infatti uno a uno i suoi fedelissimi sono caduti nella polvere - non uccisi dalle pallottole nemiche - ma comunque travolti dallo scandalo della corruzione. Se vi saranno elezioni in Ucraina, Zelensky difficilmente sarà rieletto".
"Ma lo scandalo non significa molto probabilmente la resa, l 'Ucraina non caccerà Zelensky e nonostante la situazione drammatica tenterà di non cedere il Donbass fino alla fine. Certo, la dirigenza Ucraina si rende conto che realisticamente una soluzione va comunque trovata e si fa strada tra nuovi possibili negoziatori la figura di Umerov legato agli Usa, con un collegamento diretto con Marco Rubio", sottolinea lo stratega militare e geo-politico.
"La nuova delegazione - che ben rappresenta il fronte "occidentale" che ha in questi anni sostenuto l'Ucraina e ancora oggi non vuole concedere tutto ai russi - che potrebbe vedere alla guida il ferreo Budanov (uomo degli inglesi) e capo del Gur (il servizio informazioni, ndr) e appunto Umerov, che guarda caso ha la famiglia negli Usa".
"I rapporti fra Rubio (segretario di Stato Usa, ndr) e Trump, soprattutto dopo la scoperta del piano riservato del presidente Usa del riconoscimento immediato e formale della Crimea, come parte integrante della Federazione Russa e le sortite di Witkoff sugli affari che riguardano imprese americane, ma anche russe e perfino cinesi sullo sfruttamento delle terre rare, minerali, porto di Mariupol non sono così tanto celate che il vice-presidente Usa Vance abilmente si è sfilato restando nell'ombra per non essere coinvolto nella contesa", sottolinea Paniccia.
"Rubio ha voluto assolutamente essere presente all'incontro con la delegazione Ucraina, domenica in Florida, con Umerov insieme a Budanov. Rubio molto più giovane di Trump è preoccupato dalla diplomazia del business che tanto piace al suo presidente, è giovane, punta in alto, non vuole perdere gli alleati europei e non vuole la resa totale ai russi. Ora si sa chi è il vero avversario di Putin nell'intricato mondo Maga (Rubio, ndr), conclude il presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce) Paniccia.
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