Chikungunya, dopo il West Nile un altro virus tropicale preoccupa l’Italia. L'allarme dell'Oms: "Rischio globale"
Il primo caso confermato in Italia è stato registrato a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Ecco che cos'è il virus e quali sono i sintomi della malattia
Chikungunya, l’Oms lancia l’allarme globale: il virus arriva anche in Italia
Dopo il West Nile, un altro virus trasmesso dalle zanzare torna a far parlare di sé anche in Italia. Si chiama Chikungunya, non è nuovo ma l'ondata potrebbe essere preoccupante. Martedì scorso l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un avvertimento: il rischio è globale e riguarda potenzialmente 5,6 miliardi di persone in 119 Paesi del mondo. La storia, insomma, si ripete. Già tra il 2004 e il 2005 il virus aveva colpito oltre mezzo milione di persone a livello globale. Oggi, in un mondo ancora più caldo, più connesso e più affollato, torna a farsi strada con modalità diverse, più veloci, più insidiose.
Tutto è partito da La Réunion, un’isola francese nell’Oceano Indiano dove nel 2025 un terzo della popolazione è stato contagiato. Da lì il virus si è rapidamente diffuso in Madagascar, Somalia, Kenya, India e nel Sud-est asiatico. Poi è arrivato in Europa, dove la Francia è oggi il Paese più colpito: dal primo maggio al 22 luglio 2025 si contano almeno 800 casi confermati. La maggior parte riguarda viaggiatori rientrati da aree tropicali, ma dodici casi non hanno alcun legame con viaggi internazionali.
Sono autoctoni, quindi trasmessi da zanzare infette sul territorio europeo. Sei di questi sono nel dipartimento dell’Hérault, cinque nel solo comune di Castries, uno nel dipartimento del Gard. Le zone da monitorare con attenzione sono la Provenza-Alpi-Costa Azzurra, la Corsica, l’Occitania e l’Alvernia-Rodano-Alpi. È possibile che ci siano altri casi non ancora identificati.
E l’Italia? Anche qui si comincia a vedere qualche segnale d’allarme. Il primo caso confermato è stato registrato a Bentivoglio, in provincia di Bologna, in una persona rientrata di recente da un viaggio. Un secondo caso sospetto è emerso nella stessa zona. Sono quindi partite le operazioni di disinfestazione straordinaria contro le zanzare tigre, sia a Bentivoglio che nel comune di Rovigo, dove risiedeva una delle persone coinvolte.
Anche in questo caso, le autorità sanitarie hanno emesso un’ordinanza di emergenza per contenere il rischio di trasmissione locale. Il timore, già visto in Francia, è che il virus possa stabilirsi stabilmente sul territorio, sostenuto dalla diffusione capillare delle zanzare del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre, che in Italia ormai è ovunque.
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Ma cos’è esattamente il virus Chikungunya?
Il nome deriva da una lingua bantu e significa “ciò che contorce”, per via della posizione curva e dolorosa che assumono i malati a causa dei dolori articolari. Il virus è stato identificato per la prima volta nel 1952 in Tanzania, anche se epidemie riconducibili a questa malattia sono documentate già nel 1779 in Indonesia. La trasmissione avviene esclusivamente tramite la puntura delle zanzare infette, in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus. Non esiste trasmissione diretta da persona a persona.
I sintomi iniziano di solito dopo tre-sette giorni dalla puntura. Si presentano in modo simile a un’influenza, con febbre alta, mal di testa, nausea, forti dolori muscolari e articolari, e uno stato generale di affaticamento. Nella maggior parte dei casi la malattia si risolve in una settimana, ma in alcuni pazienti – soprattutto anziani – i dolori articolari possono durare mesi. Non esistono trattamenti antivirali specifici né un vaccino disponibile su larga scala. La cura è sintomatica: riposo, idratazione, antidolorifici. Nei neonati, negli anziani e nelle persone con patologie pregresse, le complicazioni possono essere più gravi. La mortalità resta bassa, ma il virus può essere una concausa nei decessi in soggetti fragili.
L’Organizzazione mondiale della sanità, in risposta a questa nuova ondata, ha pubblicato linee guida aggiornate. Sottolinea come i cambiamenti climatici stiano rendendo l’Europa sempre più adatta alla sopravvivenza e alla diffusione delle zanzare vettori. Non si tratta solo di un clima più caldo: l’urbanizzazione disordinata, la crescita della popolazione, l’aumento dei viaggi internazionali e la presenza di ristagni d’acqua nei contesti urbani contribuiscono a creare habitat perfetti per le zanzare.