Colombia, guerriglia tra lo Stato e i narcos: tre attentati con 18 morti. Ucciso ex capo delle Farc

Fine delle tregua nel Paese per il traffico di cocaina

di Redazione Esteri

Colombia, Farc (Foto Lapresse)

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Colombia, finita la tregua tra lo Stato e le Farc: lo scudo ai narcos non c'è più: conseguenze devastanti

L'esercito colombiano ha ucciso il capo guerrigliero Willinton Vanegas Leyva, alias Dumar o Chito, considerato un "vescovo" dello Stato Maggiore Centrale, il principale gruppo dissidente dell'ex guerriglia delle Farc. L'operazione ha avuto luogo nella città di El Retorno, nella divisione centro-meridionale di Guaviare, ha dichiarato il ministro dello Stato Pedro Sánchez Suárez, secondo il quale Dumar era il "principale leader della fazione Martín Villa" del gruppo dissidente guidato da Nestor Vera Fernandez, alias Ivan Mordisco. Tre attentati si sono registrati nelle città colombiane di Amalfi, Cali e Florencia, nella notte tra giovedì e venerdì, provocando un totale di 18 morti e quasi 70 feriti in ciò che il presidente Gustavo Petro ha denunciato come “un atto di guerra“, attribuendo le responsabilità al Frente 36.

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Si tratta - riporta Il Fatto Quotidiano - delle fazioni Carlos Patiño ed Estado Mayor Central, due importanti gruppi armati che si sono staccati dalle Forze armate rivoluzionarie (Farc) perché contrarie alla sottoscrizione dell’ormai sepolto accordo di pace del 2016. “Siamo in presenza dei peggiori attentati terroristici perpetrati dal 2019”, è stata l’affermazione corale della stampa locale che paragona i fatti alla strage che quell’anno ha ucciso 21 persone a Bogotà, alla scuola di polizia General Santander.

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