Danimarca, da oggi il Covid-19 non è più una malattia "socialmente critica"

Nessun attacco al green pass considerato uno strumento di libertà

di Daniele Rosa
Esteri
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La Danimarca è il primo paese europeo e uno fra i primi nel mondo a revocare tutte le restrizioni per il Covid-19.

Insomma, dopo 550 giorni di restrizioni per limitare il diffondersi del virus, grazie ad un formidabile tasso di vaccinazioni, il paese è libero dalla pandemia.

C’è voluta gradualità ma, finalmente, ora il green pass digitale non è più richiesto, nemmeno per entrare nei locali notturni, ultimi luoghi considerati ad alto rischio virus.

Oltre l'80% dei danesi di età superiore ai 12 anni ha completato l’iter vaccinale.

"Non direi che è troppo presto. Abbiamo aperto la porta, ma abbiamo anche detto che possiamo chiuderla se necessario", ha confermato Riis Paludan, professore di virologia presso l'Università di Aarhus, una sorta di Anthony Fauci danese. 

A partire dalla mezzanotte di ieri, il governo danese non considera più il COVID-19 "una malattia socialmente critica". 

Il ministro della Sanità Magnus Heunicke ad agosto aveva detto che "l'epidemia era sotto controllo ma che non si era del tutto fuori dalla pandemia”. 

Adesso il Governo ha deciso il “liberi tutti” avvertendo però che è pronto a richiudere tutto se le infezioni dovessero riaumentare.

Jens Lundgren, professore di malattie virali presso l'ospedale universitario di Copenaghen, aveva affermato che “Il mondo è nel mezzo di una pandemia e nessuno di noi può affermare di esserne aldilà”.

Il punto di svolta nel paese è arrivato quando la maggioranza degli over 50 ha ricevuto la vaccinazione completa.

Da metà agosto la mascherina sui mezzi pubblici non è stata più obbligatoria. Il 1° settembre sono stati riaperti i locali notturni, rimossi i limiti agli assembramenti pubblici e caduto l’obbligo di mostrare il pass per entrare all’interno dei ristoranti, andare alle partite di calcio, nei centri fitness, nelle palestre o dal parrucchiere.

Tuttavia la mascherina è ancora obbligatoria negli aeroporti e viene consigliata quando ci si trova dal medico, nei centri di test o negli ospedali. 

La social distancing è raccomandata e si applicano ancora rigide restrizioni alla frontiera per gli stranieri.

L'epidemia però è adesso considerata una malattia pericolosa ordinaria.

Dopo più di un anno, diversi paesi europei iniziano a vedere la luce alla fine del tunnel. Ma alcune attenzioni resistono, come, ad esempio, il passaporto per le vaccinazioni.

A metà luglio, il governo britannico ha revocato le restrizioni, sebbene voglia introdurre un passaporto di vaccinazione per i locali notturni e in altri luoghi affollati.

Anche la Svezia ha deciso lo sblocco totale dalla fine di settembre.

Il governo svedese in realtà non è mai entrato in lockdown e ha fatto sempre affidamento sul senso civico dei cittadini per controllare l'infezione. Il 70% delle persone di età superiore ai 15 anni ha completato la vaccinazione e quasi l'82% ha ricevuto la prima dose.

Il green pass non è mai stato contestato in Danimarca perchè la gente si è fidata delle decisioni governative. Con il green pass i danesi hanno potuto andare dal parrucchiere, bere un drink con gli amici o partecipare a un evento culturale e hanno di fatto recuperato la loro libertà.

Purtroppo non è ancora così in quasi tutti gli altri paesi europei.