Ucraina, "il piano di Trump è troppo sbilanciato a favore di Putin. Gaza sia l'esempio. All'Europa serve una difesa comune"

Intervista a Domenico Rossi, ex Generale di Corpo d’Armata

Di Alberto Maggi

Domenico Rossi

Esteri

"Prima di pensare di mandare qualsiasi contingente serve una tregua"


"Il punto fondamentale è che non ho e non abbiamo visto e letto tutti i punti del piano, se non alcuni dettagli generici che sono emersi finora. E, come molti hanno affermato in Europa, al momento sembra un piano solo parzialmente accettabile o per niente accettabile". Lo afferma ad Affaritaliani Domenico Rossi, ex Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano ed ex sottosegretario al ministero della Difesa, commentando quanto uscito finora del piano del presidente Usa Donald Trump per la pace e la fine della guerra tra Russia e Ucraina.

"Da quanto emerso sembra molto sbilanciato a favore di Putin, concedendo alla Russia anche territori ucraina nemmeno conquistati militarmente sul territorio. Quindi un allargamento dell'occupazione russa con un Paese, l'Ucraina, occupato in parte. Se queste sono le condizioni il mio parere è tendenzialmente negativo. Ma come per il piano per Gaza dobbiamo aspettare di conoscere tutti i particolari prima di dare un giudizio definitivo. Finora abbiamo solo informazioni generiche", spiega l'ex generale.

Quanto al possibile invio di una forza internazionale, magari sotto le bandiere dell'Onu, in Ucraina, Rossi afferma: "Prima di pensare di mandare qualsiasi contingente serve una tregua. L'esempio è quello di Gaza, dove c'è stato un cessate il fuoco e ora si sta parlando dell'invio di truppe. Ma al momento i Paesi terzi non possono imporre nulla". E infine la domanda se, visto il disimpegno dell'Amministrazione Trump, serva un esercito europeo. "Più che altro serve una difesa comune europea che significa che tutti i Paesi insieme contribuiscono alla deterrenza necessaria verso chi volesse attaccare l'Europa, Russia o altri Stati. E non parliamo solo di guerra tradizionale ma anche ibrida e cognitiva e quindi il nemico non è nemmeno ben definito", conclude l'ex generale ed ex sottosegretario Rossi.

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