Elezioni in Cile, testa a testa destra-sinistra: si va al ballottaggio tra Kast e Jara
Numeri sulla criminalità mai registrati prima: il "paese gioiello" del Sudamerica è in grande crisi: il dramma dei sequestri
Cile (Foto Lapresse)
Elezioni in Cile, non c'è un vincitore: si va al ballottaggio
Non c'è un vincitore, le elezioni presidenziali cilene hanno confermato la divisione nel Paese: si andrà al ballottaggio tra la candidata della sinistra, Jeannette Jara, e l'esponente di estrema destra, Josè Antonio Kast. I due si sfideranno per la presidenza il prossimo 14 dicembre. La campagna elettorale è stata dominata dal tema dell'insicurezza e della criminalità, che la maggioranza associa all'immigrazione irregolare. Con quasi il 53% dei voti scrutinati, Jara, comunista e rappresentante di un'ampia coalizione di centro-sinistra, precede Kast del Partito Repubblicano con un margine inferiore al 3%. Il risultato, come previsto dai sondaggi, conferma il passaggio al secondo turno.
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Il presidente uscente, Gabriel Boric, si è congratulato con entrambi per l'accesso al ballottaggio. Al terzo posto si posiziona, a sorpresa, l'economista Franco Parisi del Partito del Popolo, etichettato come populista, che supera l'ultra-liberale Johannes Kaiser, precedentemente atteso al terzo posto dai sondaggi. Anche Parisi ha adottato una linea dura in tema di sicurezza. Nonostante il Cile fosse storicamente tra i Paesi più sicuri del continente, l'aumento della criminalità ha spinto l'estrema destra a focalizzare la campagna su deportazioni di massa e lotta al crimine. Gli omicidi sono aumentati del 140% nell'ultimo decennio (passando da 2,5 a 6 ogni 100.000 abitanti nel 2024), e i rapimenti sono cresciuti del 76% tra il 2021 e il 2025. Secondo gli esperti, il problema principale risiede nell'arrivo della criminalità organizzata e di crimini prima sconosciuti in Cile, come gli omicidi su commissione.