Trump ribalta le accuse e punta il dito contro Clinton: chiesta un'indagine sui rapporti tra Epstein e l'ex presidente Usa
Dopo le nuove tranche degli Epstein files, Donald Trump ha chiesto al Dipartimento di Giustizia e all'FBI di far luce sulle passate frequentazioni
Trump: "Epstein era un democratico, indagate sui legami con Clinton"
Donald Trump torna all’attacco e sceglie il terreno più incendiario: quello delle presunte frequentazioni tra figure di primo piano della politica e della finanza americana e Jeffrey Epstein.
In un lungo post pubblicato su Truth, l’ex presidente annuncia di voler chiedere alla procuratrice generale Pam Bondi, al Dipartimento di Giustizia e all’Fbi di aprire un’indagine sui rapporti con il pedofilo intrattenuti dall’ex presidente Bill Clinton, dall’economista Larry Summers - segretario al Tesoro dal 1999 al 2001 e direttore del Consiglio Economico Nazionale dal 2009 al 2010, con Obama -, dal miliardario Reid Hoffman - imprenditore di Internet, investitore di venture capital, podcaster e autore di libri - e da J.P. Morgan.
Per Trump, si tratterebbe dell’ennesimo “complotto dei democratici”, una nuova “Russia, Russia, Russia”, mentre i documenti emersi nelle ultime ore – sostiene – mostrerebbero “anni di frequentazioni” e visite sull’ormai famigerata isola privata.
La dichiarazione arriva dopo la diffusione delle nuove tranche degli Epstein files, diffuse dalla commissione di vigilanza della Camera americana, che continuano a produrre onde d'urto tra Washington e Londra. Le email e i messaggi venuti di recente alle cronache aprono tre fronti distinti: un presunto incontro tra Donald Trump ed Epstein nel 2017, la conferma del coinvolgimento del principe Andrea ben oltre quanto ammesso finora e il ruolo di consigliere ombra che il finanziere avrebbe avuto su Steve Bannon nel 2018.
Altro che 2004, Trump ed Epstein insieme durante il Thanksgiving del 2017
Ma andiamo con ordine. In una della email pubblicate dalla commissione vigilanza della Camera, riportata dai vari media Usa, il defunto finanziere pedofilo Jeffery Epstein scrive di aver trascorso il Thanksgiving del 2017 con Donald Trump, insieme ad altre persone. Una circostanza che, se verificata, contraddirebbe quanto l’ex presidente ha sempre sostenuto, ovvero di aver troncatο i rapporti con Epstein “intorno al 2004”. Ma Donald non ci sta, e sul social media Truth bolla l'indiscrezione come una "bufala di Jeffrey Epstein”, scritto a caratteri cubitali. E ancora, tuona il Presidente americano: "Epstein era un democratico, ed è un problema dei democratici, non dei repubblicani! Chiedete a Bill Clinton, Reid Hoffman e Larry Summers di Epstein, loro sanno tutto di lui, non perdete tempo con Trump. Ho un Paese da governare!". Il Tycoon ha poi rilanciato un servizio di Fox News secondo cui i democratici avrebbero diffuso i file per distrarre dall’imminente shutdown, sostenendo che nelle email non vi sarebbe nulla di incriminante per lui.
Dall’altra parte dell’Atlantico, il Daily Mirror ha passato al setaccio un nuovo scambio di messaggi datati marzo 2011: email tra Epstein, l'ereditiera britannica Ghislaine Maxwell e il principe Andrea, terzogenito della regina Elisabetta. Gli scambi, che risalgono a marzo 2011, mostrerebbero come il duca di York fosse consapevole degli abusi commessi dal finanziere. Una rivelazione che contraddice nuovamente la versione ufficiale dell’ex principe, secondo cui il rapporto con Epstein sarebbe stato chiuso nel 2010.
Le ultime rivelazioni arrivano mentre Andrea sconta già le conseguenze più pesanti dello scandalo: la rimozione dei titoli reali, l’uscita da Royal Lodge e la riduzione allo status di privato cittadino. Una mossa voluta da Carlo III ma, secondo i giornali britannici, sostenuta in particolare dal principe William, preoccupato dal danno all’immagine della monarchia. L'ex duca di York continua comunque a negare ogni responsabilità e ogni conoscenza diretta delle violenze del suo ex amico, oltre che gli abusi denunciati dalla 17enne Virginia Giuffre, la cui morte in Australia lo scorso aprile ha ulteriormente riacceso i riflettori sul caso.
Caso Epstein-Trump, le ombre su Steve Bannon
In parallelo, un’altra tranche di messaggi ricostruita dal Guardian illumina un ulteriore tassello del potere esercitato da Epstein. Tra il 17 e il 23 agosto 2018, il finanziere avrebbe dato indicazioni dettagliate a Steve Bannon su come muoversi mediaticamente per sostenere Trump e il suo programma politico, guidandolo nelle apparizioni televisive e nella comunicazione. Gli scambi, inviati anche tramite un account iMessage legato a un indirizzo di Epstein, sono stati attribuiti a Bannon grazie a elementi contestuali: riferimenti a Fox News, al suo licenziamento dalla Casa Bianca nell’agosto 2017 e al suo coinvolgimento nel documentario Trump @War. Un coinvolgimento che dipinge Epstein non solo come protagonista di una rete di abusi, ma anche come figura attiva nei retroscena della politica trumpiana.