Gaza, Hamas scrive a Trump: "Metà ostaggi in cambio della tregua". Anche Francia e Belgio riconosceranno lo Stato di Palestina
"Riconoscere oggi lo Stato palestinese è l'unico modo per fornire una soluzione politica a una situazione che deve cessare", ha detto Macron
Hamas scrive a Trump per garanzie su tregua e ostaggi
Hamas ha scritto una lettera al presidente degli Stati Uniti Donald Trump chiedendogli direttamente di garantire una tregua di 60 giorni a Gaza in cambio del rilascio di metà degli ostaggi prigionieri a Gaza. E' quanto ha riferito in esclusiva Fox News, citando un alto funzionario dell'amministrazione americana e una fonte coinvolta nei negoziati.
La lettera è attualmente nelle mani del Qatar che la consegnerà al capo della Casa Bianca nel corso della settimana. Doha ha sospeso gli sforzi di mediazione per raggiungere un accordo su un cessate il fuoco nella Striscia e la liberazione dei 48 ostaggi ancora a Gaza dall'attacco sferrato da Israele contro la dirigenza di Hamas nella capitale qatarina due settimane fa.
Onu, 80ma Assemblea Generale: domani al via il dibattito con i leader
In un contesto contrassegnato da una profonda crisi di liquidità, anche a causa dei mancati contributi al bilancio Onu da parte degli Usa, si apre oggi la Settimana ad Alto Livello dell'80ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni, che da domani fino a lunedì prossimo vedrà alternarsi sul podio del Palazzo di Vetro tutti i principali leader mondiali. Come da tradizione decennale, il primo a parlare, dopo il segretario generale dell'Onu e la presidente dell'Assembra Generale, sarà il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva, seguito dal capo della Casa Bianca, Donald Trump, in qualità di Paese ospitante.
Alcuni eventi di alto livello si terranno già oggi a New York. Senza dubbio il più 'mediatico' sarà la Conferenza per l'attuazione della soluzione a due Stati, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita. L'evento, in programma alle 15 (le 21 in Italia), sarà caratterizzato dal riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese da parte di almeno 10 Paesi (Andorra, Australia, Belgio, Canada, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Malta, Regno Unito, San Marino). Israele, con il sostegno degli Stati Uniti, ha reagito duramente all'iniziativa. Il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha stroncato il progetto di uno Stato Palestinese, mentre il ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha evocato l'annessione della Cisgiordania.
La Conferenza si svolgerà sulla scia della Conferenza internazionale di alto livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione a due Stati che si è tenuta a New York dal 28 al 30 luglio scorsi. L'Italia, che non riconoscerà lo Stato palestinese, ha aderito alla Dichiarazione di New York (atto finale della Conferenza) e votato a favore e co-sponsorizzato la risoluzione, adottata dall'Assemblea Generale il 12 settembre, che ha confermato l'endorsement alla stessa Dichiarazione di New York da parte della membership Onu. Quando a Roma sarà notte inoltrata il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parteciperà a una riunione con i colleghi del G7.
Oggi Meloni a New York, governo: "Stato palestinese solo quando libero da Hamas"
"Ribadirò il sostegno italiano al processo per il riconoscimento del futuro Stato palestinese, una volta che esso sarà stato costituito, con la riunificazione di Gaza e Cisgiordania. Uno Stato palestinese libero da Hamas, come sancito dalla Risoluzione Onu co-sponsorizzata dall'Italia adottata il 12 settembre scorso", ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi parteciperà alla Conferenza di Alto Livello sulla Soluzione a Due Stati, convocata da Francia e Arabia Saudita, e alla ministeriale Esteri informale del G7, sotto presidenza canadese.
Vertice franco-saudita su Palestina alle 21 a Onu
Il vertice franco-saudita sulla soluzione dei due Stati inizierà oggi alle 15 ora locale a New York (le 21 in Italia), nella sala riunioni della sede centrale delle Nazioni Unite. L'evento sarà inaugurato dal presidente francese Emmanuel Macron, a cui seguirà un discorso video del principe ereditario saudita Muhammad bin Salman.
Successivamente interverrà il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, seguito dalla tedesca Annalena Baerbock, presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Subito dopo prenderanno la parola i capi di Stato o i rappresentanti. Secondo un funzionario francese, l'evento dovrebbe durare tre ore e al termine potrebbe essere adottata una dichiarazione congiunta.
Macron: "Riconoscimento Palestina unica soluzione politica"
"Riconoscere oggi lo Stato palestinese è l'unico modo per fornire una soluzione politica a una situazione che deve cessare". Lo dice il presidente francese Emmanuel Macron intervistato dalla Cbs.
Secondo Macron il riconoscimento dello Stato palestinese è l'inizio di un processo politico e dopo si aspetta un cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ripristino degli aiuti umanitari che giungono a Gaza. Macron afferma inoltre che la sua richiesta di riconoscimento di uno Stato palestinese e le sue obiezioni alla guerra in corso a Gaza non sono posizioni antisemite, riporta la Cbs.
Belgio: "Riconosciamo Palestina per forzare mano Netanyahu"
Il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot ha celebrato il riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina da parte del Belgio e ha chiesto sanzioni contro il governo israeliano per "forzare la mano" all'amministrazione di Benjamin Netanyahu.
"Riconosciamo con chiarezza lo Stato di Palestina, la legittimità del popolo palestinese a vedere tale Stato. Lo formalizzeremo amministrativamente e giuridicamente in una seconda fase, ma è per questo che siamo molto orgogliosi di essere tra le nazioni che oggi compiranno un ulteriore passo ufficiale verso il riconoscimento", ha dichiarato il capo della diplomazia belga in un'intervista alla radio Rtl.
Prevot ha rilasciato la dichiarazione prima di recarsi all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, dove il Belgio riconoscerà "politicamente" la Palestina come Stato, aderendo alla dichiarazione promossa da Francia e Arabia Saudita. Il Belgio formalizzerà legalmente il riconoscimento in un secondo momento, in futuro "senza scadenze" e quando Hamas consegnerà gli ostaggi israeliani e scomparirà dalla scena politica, a seguito dell'accordo raggiunto dal governo di coalizione belga.
"L'importante è inviare un messaggio forte sulla scena internazionale sul riconoscimento che il Belgio desidera concedere allo Stato di Palestina", ha affermato Prevot. Il ministro belga, tuttavia, ha sottolineato che il riconoscimento non è urgente "se ciò che vogliamo è portare cibo a quelle bocche che gridano fame, a quei bambini che muoiono di fame, a quelle donne e cittadini che aspettano aiuti umanitari a Gaza".
"Dobbiamo agire imponendo sanzioni al governo israeliano, il cui braccio deve essere torto un po' affinché gli aiuti umanitari possano finalmente essere distribuiti in massa a Gaza", ha aggiunto Prevot, che ha ricordato che "il Belgio è attualmente in prima linea tra i Paesi europei nell'attuazione delle sanzioni più severe contro il governo israeliano, in modo che possiamo finalmente aspettarci un impatto sulla situazione umanitaria".