Gaza, Israele non si ferma: nuovi attacchi sulla Striscia, oltre 20 morti. A Tel Aviv parte la mobilitazione per gli ostaggi
Almeno 24 palestinesi uccisi nei raid israeliani, tra cui bambini. Continua l’emergenza umanitaria con oltre 300 morti per fame
In Israele manifestazioni e blocchi stradali per chiedere un accordo sugli ostaggi
È salito ad almeno 24 il numero dei palestinesi uccisi negli attacchi dell'esercito israeliano (Idf) in tutta la Striscia di Gaza dall’alba di oggi. Lo riferisce Al Jazeera citando fonti mediche locali. Le vittime includono un bambino di due anni e diverse persone colpite in abitazioni residenziali nei quartieri di Zeitoun e Sabra, a Gaza City. Almeno quattro abitazioni sono state distrutte, e sei persone, tra cui altri bambini, sono rimaste uccise mentre si trovavano in una tenda nei pressi di Khan Younis, nel sud della Striscia.
Secondo quanto riferisce il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, il totale dei morti per fame dall'inizio della guerra è salito a 303, con 117 bambini tra le vittime. Solo nelle ultime 24 ore si sono registrati altri tre decessi legati alla malnutrizione.
Nel frattempo, in Israele si è aperta una giornata di proteste su scala nazionale per chiedere il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza e la fine delle ostilità. Le manifestazioni sono iniziate con il blocco del traffico in direzione sud sull'autostrada Ayalon a Tel Aviv, proprio alle 6:29, l’ora in cui Hamas lanciò l’attacco il 7 ottobre 2023. Proteste sono in corso anche davanti alle abitazioni di alcuni ministri israeliani.
Il movimento di protesta è stato promosso dall’Hostages and Missing Families Forum, che ha dichiarato: "C'è un'offerta sul tavolo. Chiediamo che i nostri leader si siedano al tavolo dei negoziati e non si alzino finché non sarà raggiunto un accordo", ha detto Hagit Chen, madre di un ostaggio.
Per questa sera è prevista una riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano, il cui ordine del giorno non è stato reso noto ufficialmente. Secondo fonti locali, però, potrebbe riguardare proprio la ripresa dei negoziati per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Nei giorni scorsi, Hamas aveva dichiarato di aver accettato una proposta di tregua avanzata dai mediatori, che prevede il rilascio scaglionato degli ostaggi in 60 giorni in cambio di prigionieri palestinesi detenuti in Israele.