Gaza, riapre il valico per gli aiuti. Trump chiede la grazia per Netanyahu, Herzog: "Serve una procedura formale"
Secondo un sondaggio Hamas ha solo il 2,9% dei consensi palestinesi, metà della popolazione pensa però che il piano di Trump per la tregua funzionerà
Gaza City (Foto Lapresse)
Herzog: "Stimo Trump ma chiedere la grazia spetta a Netanyahu"
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha risposto a stretto giro a Donald Trump che gli ha scritto chiedendo la grazia per il premier Benjamin Netanyahu. "Israele nutre grande stima per il presidente Trump e continua a esprimere il suo apprezzamento per il sostegno incrollabile di Trump a Israele e per i suoi importanti contributi alla liberazione degli ostaggi, alla ridefinizione del Medio Oriente e di Gaza e alla salvaguardia della sicurezza di Israele", si legge in una nota dell'ufficio del presidente. "Detto ciò, come il Presidente ha chiarito più volte, chiunque desideri ottenere la grazia deve presentare una richiesta formale in conformità alle procedure stabilite", si sottolinea. Dunque spetta a Netanyahu stesso, nel caso, avanzare la domanda".
Trump scrive a Herzog: "Grazi Netanyahu, è un processo politico"
Donald Trump ha inviato una lettera al presidente israeliano Isaac Herzog in cui gli chiede di graziare il primo ministro Benjamin Netanyahu. "Le faccio appello affinché conceda una grazia completa a Benjamin Netanyahu, che è stato un formidabile e decisivo premier di guerra e ora sta guidando Israele in tempo di pace", scrive Trump nella lettera divulgata dal Jerusalem Post. Quello contro Netanyahu è un processo "politico e ingiustificato", aggiunge.
Nella missiva, Trump ricorda di avere già proposto a Herzog di perdonare Netanyahu durante il discorso che aveva tenuto alal Knesset subito prima della firma degli accordi di Sharm el Sheikh. Il presidente poi più volte ricorda ed esalta il ruolo da lui stesso giocato sullo scacchiere mediorientale. Il tempo di pace che Israele ora vive, spiega, si deve anche "al mio lavoro continuo con i leader chiave del Medio Oriente per far aderire molti altri paesi agli Accordi di Abramo che hanno cambiato il mondo". E ancora: "Bibi ha combattuto al mio fianco per lungo tempo, compreso contro il durissimo avversario di Israele, l'Iran".
Ora che gli ostaggi sono tornati a casa e l'accordo di pace per Gaza è fatto, "ora che abbiamo raggiunto questi successi senza precedenti, e teniamo Hamas sotto scacco, è arrivato il momento di lasciare che Bibi unisca il paese attraverso una grazia e di mettere fine una volta per tutte a questa battaglia giudiziaria".
Gaza, i palestinesi non vogliono essere governati da Hamas. Un sondaggio parla chiaro
Il futuro di Gaza, nonostante la tregua in corso, resta appeso a un filo. Tutto dipenderà dalla volontà di Hamas di rispettare l'accordo e da Israele naturalmente, visto che l'ala del governo dell'ultradestra continua a spingere per nuovi attacchi e ancora più massicci. Il popolo palestinese attende e spera in una vera svolta. Ma c'è un paradosso in tutta questa drammatica vicenda. Il "partito" che comanda a Gaza e che ha scatenato l'inferno con gli attentati del 7 ottobre è appoggiato da solo il 2,9% dei palestinesi. Un partito che con le attuali leggi italiane, per esempio, non supererebbe neanche la soglia di sbarramento e sarebbe irrilevante. L’ultimo sondaggio - riporta Il Corriere della Sera - è stato realizzato alla fine di ottobre, a quasi un mese dall’inizio del cessate il fuoco. Quasi la metà della popolazione (il 48,7%) sostiene il piano di Trump. La maggioranza (70%) si aspetta che il cessate il fuoco sia permanente, ma circa un quarto (24,4%) pensa che non ci sarà un vero ritiro israeliano.
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È duplicata anche la percentuale di coloro che ritengono "più vicina" la fine dell’occupazione. Secondo gli intervistati, il merito dell’accordo è di Egitto, Turchia, Stati Uniti e Qatar. Quattro su cinque (l’80%) concordano che Hamas e altre fazioni palestinesi dovrebbero accettare qualsiasi condizione per garantire la tregua. Se domani si potesse votare, un intervistato su tre (32,8%) darebbe il suo voto a un candidato palestinese indipendente; il 16,3% voterebbe per Fatah; il 31,5% diserterebbe le urne. Solo il 2,9% sostiene Hamas.
Da oggi, sarà riaperto il valico di Zikim tra Israele e il nord di Gaza per l'ingresso di aiuti umanitari verso la Striscia. Lo annuncia il Cogat, l'organismo del ministero della Difesa israeliano incaricato degli affari civili nei territori palestinesi. Gli aiuti saranno consegnati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni internazionali dopo approfondite ispezioni di sicurezza da parte dell'Autorità per i Valichi Terrestri del Ministero della Difesa, aggiunge la nota.