Gaza verso la distruzione totale. Hamas risponde a Trump: "Il piano di pace propende per Israele"

La Casa Bianca aveva chiesto la liberazione degli ostaggi entro 72 ore. "Studieremo la proposta ma..."

di Marco Santoni

Hamas ostaggi liberati

Esteri

Gaza, Hamas non accetta il piano di pace: "Propende per Israele". Le possibili conseguenze

Trump e Netanyahu hanno annunciato un piano di pace per Gaza con ostaggi liberi in 72 ore. Ma la risposta di Hamas è stata timida, non è un no assoluto ma nemmeno un via libera. Hamas ha sottolineato di non aver preso parte ai negoziati e tramite un suo alto funzionario, Mahmoud Mardawi, ha dichiarato che il piano di pace per Gaza "propende verso la prospettiva israeliana", prende tempo. Non un no secco come detto, ma un primo freno, con la garanzia che il team negoziale "studierà la proposta in "buona fede".

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Il piano di Trump è condizionato a una serie di punti (20 contro i 21 inizialmente annunciati) che implicano, di fatto, la resa politica e militare di Hamas. Sin da subito, infatti, sia Trump che Netanyahu hanno chiarito che non stavano lasciando all'organizzazione islamista alcuna scelta in materia. In caso di rifiuto, ha scandito Trump, "Israele avrebbe il pieno sostegno statunitense per portare a termine il lavoro di distruzione della minaccia".

A seguire, la deposizione delle armi e la rinunci a qualsiasi 'sogno' di governare o avere ancora un ruolo nella Striscia. A incentivare l'accettazione di queste prime tre condizioni la promessa di un'amnistia per i membri dell'organizzazione con la possibilità di rimanere a Gaza o di un passaggio sicuro verso i Paesi di accoglienza, mentre - e questo è un altro dei punti del piano - ad amministrare quello che resta dell'enclave palestinese sarebbe un "comitato tecnico palestinese apolitico", supervisionato da un nuovo organo internazionale, il "Board of Peace", presieduto dallo stesso Trump e con membri di primo piano, tra cui l'ex premier britannico Tony Blair.

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