Germania, patto Spd-Verdi-Fdp: il nuovo governo prima di Natale

Verso il "semaforo": i vertici dell’Spd, dei Verdi e dei liberali dell’Fdp intendono proseguire con i negoziati formali per una nuova coalizione a tre

Esteri
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Germania verso il nuovo governo: patto Spd-Verdi-Fdp

Tre settimane dopo le elezioni federali, la Germania accelera verso il ‘semaforo’: i vertici dell’Spd, dei Verdi e dei liberali dell’Fdp hanno annunciato l’intenzione di proseguire con i negoziati formali per una nuova coalizione a tre, dopo i primi round dei colloqui di ‘esplorazione’ avviati dopo il voto del 26 settembre.    

Ci siamo accordati per un comune documento che faccia da base all’inizio delle trattative tra i tre partiti”, ha detto Olaf Scholz presentandosi a fianco dei leader del partito ambientalista, Annalena Baerbock e Robert Habeck, e del capo dell’Fdp, Christian Lindner. Il testo è stato definito dal  candidato cancelliere dei socialdemocratici come “un risultato molto buono”, volto a costruire “un esecutivo di progresso in molti campi, dallo sviluppo della società e dell’economia, passando dalla modernizzazione e la digitalizzazione, fino ad una nuova stagione di investimenti”.

Le ambizioni sono alte, fa capire Scholz. Parla di un “nuovo inizio” e della possibilità di “una modernizzazione industriale del Paese”, di “investimenti massicci nelle energie rinnovabili”, tutte caratteristiche di quello che secondo il socialdemocratico potrà essere “il maggior progetto di innovazione in 100 anni in Germania”.      

In sostanza, dopo quasi 20 giorni di incontri prima informali e poi ‘di esplorazione’, i leader dell’Spd, dei Verdi e dei liberali ora chiedono alle assise dei rispettivi partiti di dare l’assenso ai negoziati veri e propri: la presidenza del partito socialdemocratico ha già dato il suo via libera, mentre gli ambientalisti hanno fissato per domenica un ‘piccolo congresso’ in cui votare a favore del ‘salto di qualità’ nei negoziati per una coalizione ‘semaforo’ (così nominato a causa dei colori caratteristici dei tre partiti, rosso per l’Spd, giallo per i liberali e verde per i ‘Gruenen’, ovviamente). 

“Puntiamo ad avere il nuovo governo federale prima di Natale”, ha spiegato ancora il candidato cancelliere, che non ha mancato di lodare “la fiducia e il clima costruttivo” che ha caratterizzato finora i colloqui di esplorazione: “Se continueremo così penso che riusciremo davvero a fare quel che ci siamo prefissati”. Addirittura di “una cesura nella cultura politica della Germania” parla Lindner, che finora era stato il più cauto nel valutare l’andamento delle esplorazioni.

“Vediamo un’opportunità in questa costellazione per noi nuova, per una coalizione che diventi più grande della somma dei tre partiti che la comporranno”, insiste il capo dei liberali, secondo il quale “gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da uno stile politico particolare”, dato che “non abbiamo cercato formule di compresso, ma decisioni chiare”. A detta di Lindner, “da molto tempo non c’erano opportunità di modernizzazione dello Stato, della società e dell’economia come quella che abbiamo di fronte adesso”.      

Da parte sua, pur ammettendo che “sono stati necessari compromessi da parte di tutti”, il leader dei Verdi Robert Habeck non ha mancato di definire “un successo” il fatto che si stia profilando “un’intesa nei campi delle finanze e degli investimenti”, toccando quello che si presentava come il punto nel quale i programmi di ambientalisti e liberali appaiono più distanti: “Ci è comunque riuscito da una parte di non aggravare i cittadini rendendo al tempo stesso possibili nuovi investimenti”. Idem Annalena Baerbock, che per i Verdi era stata la candidata alla cancelleria, la quale parla di “una grande domanda di equità climatica coniugata con una transizione verso un mercato equilibrato” e sottolinea che “gli investimenti saranno diretti anche alla ricerca e allo sviluppo nel cuore d’Europa”.

Tra i punti contenuti nel pre-accordo di Spd, Verdi e liberali, un posto d’onore ce l’ha l’aumento a 12 euro del salario minimo (proposta condivisa sia dai socialdemocratici che dagli ambientalisti), mentre sembra di capire sugli investimenti in direzione difesa del clima, ricerca, istruzione e infrastrutture ci siano state aperture da parte dell’Fdp, sia pure “nel quadro del freno al debito fissato nella Costituzione”, come si legge nel testo, secondo il quale quello in corso dovrà essere “il decennio degli investimenti per il futuro”, sia privati che pubblici.     

Novità anche sul fronte migranti: a detta dei possibili coalizzandi, la Germania è “un moderno Paese d’immigrazione”, nel quale “le procedure d’asilo, dei ricongiungimenti familiari e dei rimpatri devono essere velocizzati creando nuove via legali”, anche con l’obiettivo di “contrastare i rapporti di sfruttamento nelle vie di fuga” dei migranti. E mentre in politica estera Spd, Verdi ed Fdp definiscono “una colonna centrale” della sicurezza della Germania i rapporti transatlantici con gli Usa e la Nato, così come “la sicurezza di Israele per noi è ragione di Stato”, sul fronte interno uno dei progetti è quello di abbassare l’età di voto a 16 anni.    

Impegni anche sul fronte ambientale: l’uscita dal carbone “idealmente dovrà essere messa in atto entro il 2030”, si legge ancora nel documento, stando al quale entro il 2020 dovrà essere avviato un “programma immediato” per la difesa del clima con l’obiettivo di permettere il rispetto degli accordi di Parigi e il contrasto al riscaldamento globale. A questo scopo “ogni tetto adatto deve essere utilizzato per l’energia solare”, mentre si prevede di destinare il 2% del territorio nazionale all’eolico.

In generale, per la ricerca e lo sviluppo si intende aumentare i finanziamenti “al 3,5% del Pil, mentre non sono previsti tagli alle pensioni o innalzamenti dell’età pensionabile, così come non sono previsti aumenti delle imposte sui redditi (e questa, se confermata, appare essere una vittoria dei liberali).    Insomma, per dirla con le parole di Baerbock, nei colloqui di esplorazione “condotti fino a notte fonda”, le parti sono riuscite “a innalzare dei ponti” tra le diverse posizioni. Si dice d’accordo Lindner: “Condividiamo la consapevolezza che la nostra società ha bisogno di una nuova spinta alla modernizzazione”. E’ Scholz che tocca l’aspetto pratico: per mettere in atto le intese prefigurate nel documento di 12 pagine “c’è il sufficiente spazio d’azione fiscale”. 

 Va detto che il Paese sembra apprezzare la prospettiva di un governo ‘semaforo’ a guida socialdemocratica: stando al sondaggio Politbarometer, tre tedeschi su quattro sono favorevoli ad uno Scholz cancelliere, ed è d’accordo persino il 55% degli elettori dell’Unione Cdu/Csu. In generale, il 62% degli interpellati approva l’eventuale arrivo del ‘semaforo’, laddove una percentuale ancora maggiore (pari al 64%) si dice contraria ad una coalizione ‘Giamaica’ guidata dall’Unione. Non stupisce, in effetti, il nervosismo che si registra tra i conservatori di Armin Laschet: il segretario generale della Cdu, Paul Ziemiak, ha definito il documento degli ‘esploratori’ di Spd, Verdi e liberali “una colorata lista dei desideri con grandi parole e molti punti interrogativi”.