Guerra in Medio Oriente, Israele autorizza i lanci di cibo su Gaza ma esclude la carestia. Fermato il Gran Muftì di Gerusalemme

"L'urgenza ora è mettere fine alla guerra a Gaza e mettere in salvo la sua popolazione civile", ha sottolineato Macron

di Redazione Esteri
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Israele-Hamas, media: "Idf hanno arrestato il Gran Muftì di Gerusalemme"

L'esercito israeliano ha arrestato oggi, 25 luglio, lo sceicco Mohammad Hussein, Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, dopo la preghiera del venerdì presso il complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Lo rende noto l'agenzia di notizie palestinese Wafa. Secondo il Dipartimento del Waqf Islamico, le Idf hanno arrestato lo sceicco Hussein poco dopo aver pronunciato il sermone. È stato prelevato dai cortili della moschea e scortato fino alla Porta Marocchina, una delle porte che conducono al complesso di Al-Aqsa.

Fonti locali hanno riferito che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sala di controllo audio della moschea e hanno arrestato il Gran Mufti dopo la sua condanna della politica israeliana di fame nei confronti del popolo palestinese nella Striscia di Gaza. Le fonti hanno anche confermato che un'unità speciale della polizia israeliana ha fatto irruzione sia nell'ufficio del capo della guardia della moschea sia nell'ufficio del direttore della moschea, in concomitanza con l'arresto del Muftì.

L’Idf consentirà lanci di cibo su Gaza ma dice che “non c’è la carestia”

L'Idf afferma che consentirà ai Paesi stranieri lanci di cibo su Gaza, ma insiste sul fatto che non c'è carestia nella Striscia. Lo riporta Haaretz. Il coordinatore israeliano delle attività governative nei territori, riporta il Times of Israel, ritiene che la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza "continua a essere difficile e impegnativa", ma non si registra una carestia diffusa, contrariamente a quanto afferma Hamas.

Macron riconosce lo stato di Palestina, Trump: "Quello che dice non conta"

Quello che dice non importa, non ha alcun peso": così Donald Trump sulla decisione di Emmanuel Macron di riconoscere lo Stato di Palestina. Ma "è un bravo ragazzo", ha aggiunto.

Gaza, la svolta di Macron: "Riconosceremo lo stato di Palestina". Ira di Israele. Hamas: "Passo positivo"

Svolta storica della Francia che riconoscerà lo stato di Palestina. Ad annunciarlo, dopo il fallimento dei negoziati di Doha tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco, è stato il presidente Emmanuel Macron. "Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo stato di Palestina. Farò l'annuncio solenne all'Assemblea Generale della Nazioni Unite a settembre", il messaggio del presidente francese su X e Instagram.

"L'urgenza ora è mettere fine alla guerra a Gaza e mettere in salvo la sua popolazione civile", ha sottolineato Macron. "La pace è possibile", ma bisogna avere "immediatamente un cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi e aiuti umanitari in quantità massicce per la popolazione di Gaza". Per Macron "dobbiamo finalmente costruire lo stato di Palestina, garantirne la vitalità e assicurare che, accettando la sua smilitarizzazione e riconoscendo pienamente Israele, contribuisca pienamente alla sicurezza di tutti in Medio Oriente".

L'annuncio di Parigi è arrivato poco dopo che la Francia e l'Arabia Saudita hanno annunciato che si svolgerà lunedì e martedì all'Onu una conferenza da loro presieduta per la soluzione dei due Stati. Gli Stati Uniti hanno detto che non parteciperanno alla conferenza, che era stata originariamente fissata per metà giugno ma era stata poi rinviata a causa delle tensioni tra Israele e Iran.

La rabbia di Tel Aviv

Ma l'annuncio della Francia ha scatenato l'indignazione israeliana. Il riconoscimento francese della Palestina "premia il terrorismo e rischia di creare un altro proxy iraniano", ha tuonato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Israele "condanna fermamente la decisione del presidente Macron di riconoscere uno Stato palestinese vicino a Tel Aviv sulla scia del massacro del 7 ottobre".

Di "una macchia nera nella storia francese e un aiuto diretto al terrorismo" ha parlato il vice primo ministro e ministro della Giustizia Yariv Levin affermando che la "decisione vergognosa" della Francia significa che ora è "il momento di applicare la sovranità israeliana" alla Cisgiordania, occupata da Israele dal 1967.

"Riconoscere uno Stato palestinese dopo il massacro del 7 ottobre non è diplomazia; è una vergogna morale", ha scandito l'ex premier israeliano Naftali Bennett. "Premia l'omicidio di massa e dice ai terroristi islamici: uccidete gli ebrei e il mondo vi darà uno Stato.

Soddisfazione di Hamas

Esulta invece Hamas che parla di "un passo positivo nella giusta direzione verso il raggiungimento della giustizia per il nostro popolo palestinese oppresso". "Noi di Hamas - commenta il gruppo - consideriamo questa importante posizione francese uno sviluppo politico che riflette la crescente convinzione internazionale nella giustezza della causa palestinese e il fallimento dell'occupazione nel distorcere i fatti o ostacolare la volontà dei popoli liberi", ha affermato Hamas in una dichiarazione su Telegram citata da 'Al Jazeera'.

"Chiediamo a tutti i Paesi del mondo, in particolare ai Paesi europei e a quelli che non hanno ancora riconosciuto lo Stato di Palestina, di seguire l'esempio della Francia e di riconoscere pienamente i diritti nazionali del nostro popolo. Questi includono il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi, il diritto all'autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente", ha affermato Hamas.

Sanchez a Macron: "Proteggere ciò che Netanyahu vuole distruggere"

"Accolgo con favore il fatto che la Francia si sia unita alla Spagna e ad altri Paesi europei nel riconoscere lo Stato di Palestina. Insieme, dobbiamo proteggere ciò che Netanyahu sta cercando di distruggere. La soluzione dei due Stati è l'unica soluzione", ha affermato il premier spagnolo Pedro Sanchez.

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