"Pioggia di droni sulla Russia? Kiev alza il tiro per non mostrarsi debole. I missili Tomahawk sulle aree civili porterebbero all'escalation" 

Parla Luigi Chiapperini, generale di Corpo d’Armata dei Lagunari in quiescenza e analista militare del Centro Studi dell’Esercito

di Federica Leccese

 Luigi Chiapperini

Esteri

Il generale Chiapperini: “Kiev sta intensificando gli sforzi per colpire la Russia in profondità”

La guerra che continua senza sosta. Gli attacchi che si intensificano di giorno in giorno. Insomma, il conflitto tra Russia e Ucraina sembra non trovare una fine, anzi. L’impiego di nuove tecnologie militari e di innovativi sistemi d’arma, come i missili Tomawhak, lascia prevedere un'escalation sempre più vicina.

A fare chiarezza è Luigi Chiapperini - Generale di Corpo d’Armata dei Lagunari in quiescenza, analista militare del Centro Studi dell’Esercito, già comandante dei contingenti multinazionali in Kosovo, Libano e Afghanistan – che ad Affaritaliani illustra gli obiettivi strategici e operativi di entrambe le parti, avvertendo che molto presto si aprirà una nuova fase del conflitto

Cosa sono esattamente i missili Tomawhak? Come funzionano? Quali cambiamenti potrebbe portare l'eventuale utilizzo di questi missili da parte ucraina sul piano operativo e strategico? Ci sono seri rischi di escalation? 

I Tomahawk sono missili da crociera che possono essere lanciati da vettori aerei, terrestri e navali, compresi i sommergibili. Il progetto risale alla Guerra Fredda e fu usato intensamente dagli statunitensi in molti conflitti, specialmente durante le Guerre del Golfo.  Naturalmente il sistema è stato periodicamente aggiornato e annovera molte versioni alcune delle quali recenti. Per spiegare in breve la loro efficacia basti pensare che alcune versioni hanno una gittata fino a 2500 km e sono armate con una testata molto potente di circa 500 kg di esplosivo. Il missile può volare cambiando repentinamente direzione a soli 30 m. di distanza dal terreno ad una velocità di 800 km/h e pertanto è molto difficile da intercettare.

In sintesi, rispetto ad altri sistemi sinora utilizzati in Ucraina, i Tomahawk hanno caratteristiche che li rendono molto temibili.  L’eventuale impiego contro la Russia sarebbe legittimo ma il presidente Trump vuole conoscere gli obiettivi che sarebbero colpiti proprio per evitare una possibile escalation. Colpire aree civili russe potrebbe provocarla ma sinora chi ha agito in tal senso creando lutti tra la popolazione civile sono stati proprio i russi. Gli ucraini lo hanno evitato.

L’attacco con 184 droni rappresenta uno degli episodi più massicci dall’inizio del conflitto, con un drone diretto verso Mosca: si tratta di un cambio di strategia da parte di Kiev o di un’azione dal valore più simbolico che militare?

Più che un cambio di strategia direi che è una intensificazione dello sforzo già in atto da qualche mese volto a colpire la Russia in profondità. L’Ucraina lo fa colpendo obiettivi militari e le infrastrutture energetiche della Federazione. In queste azioni sempre più frequenti sussiste certamente anche una componente simbolica volta a dimostrare che gli ucraini non sono affatto intimoriti dai continui attacchi che subiscono ormai da tre anni e mezzo. Ma queste operazioni in profondità stanno producendo anche effetti tangibili dal punto di vista militare costringendo ad esempio i russi a spostare i propri assetti aerei molto lontano dal fronte e indebolendo la loro catena logistica. Inoltre, la distruzione delle raffinerie sta innescando problemi sempre più gravi nella distribuzione degli idrocarburi in molte regioni della Federazione. 

Il fatto che un drone sia arrivato così vicino a Mosca rappresenta un fallimento della sicurezza interna russa o è un segnale della vulnerabilità crescente di alcune aree del Paese?

I sistemi difensivi russi sono stati ‘bucati’ più volte dai droni ucraini. Ciò è dovuto essenzialmente a due fattori: la vastità del territorio russo che può essere da una parte un vantaggio specialmente quando c’è da difendersi da forze terrestri (Napoleone e Hitler ne sanno qualcosa) ma crea vulnerabilità dovute all’impossibilità di proteggere efficacemente l’intero territorio da attacchi aerei, siano essi condotti da droni, aerei o missili. La difesa aerea russa viene utilizzata prioritariamente per salvaguardare gli obiettivi più importanti e da questa lista lunghissima qualche area inevitabilmente rimane esclusa e viene colpita. 

Possiamo leggere questi attacchi multipli e su vasta scala come l’inizio di una nuova fase del conflitto, magari più sbilanciata sul piano offensivo da parte ucraina?

Credo di sì, nel senso che gli ucraini hanno la necessità di distogliere l’attenzione russa dal sud del Paese. Colpire in profondità la Federazione russa contribuisce ad impedire che tutto il suo potenziale possa essere concentrato in Ucraina dove Mosca è già in difficoltà nel condurre ormai da anni una offensiva terrestre che non sta ottenendo i risultati sperati. 

Anche eventuali attacchi alla triade nucleare russa potrebbero essere oggetto di timori da parte di Trump, ma l’escalation più volte evocata da Putin sinora non c’è mai stata, anche quando sono stati distrutti i suoi bombardieri strategici.

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