Israele, l'Iran bombarda Netanyahu: oltre 30 missili su Tel Aviv. Più di 86 feriti nell'attacco
Le Forze di difesa israeliane stimano che l'Iran abbia lanciato tra i 20 e 30 missili nell'attacco contro Israele
Guerra Israele Iran
Iran, missili contro Israele dopo attacco Usa a siti nucleari: 86 feriti. Pasdaran: "Basi americane saranno ridotte in cenere"
Dopo l'attacco degli Stati Uniti ai siti nucleari, l'Iran risponde con un'ondata di missili contro Israele nelle prime ore di oggi, domenica 22 giugno 2022. Le sirene dell'allarme aereo suonano in Israele, come rendono noto le forze di difesa (Idf). Allarme in particolare a Tel Aviv, mentre esplosioni vengono segnalate a Gerusalemme, come riferisce il corrispondente dell'agenzia Afp. E sono 86 le persone rimaste ferite, riferiscono i servizi di soccorso israeliani. E i Pasdaran avvertono gli Usa: "Le sue basi in Medio Oriente saranno ridotte in cenere".
Idf: lanciati 20-30 missili contro Israele
Le Forze di difesa israeliane stimano che l'Iran abbia lanciato tra i 20 e 30 missili nell'attacco contro Israele, scattato ore dopo i raid americani contro i siti nucleari della Repubblica islamica.
Missile iraniano caduto su Haifa, rilevati 10 siti di impatto
Un missile iraniano è caduto su Haifa, dove non sono suonate le sirene dell'allarme aereo. Lo riferiscono i media israeliani, secondo cui in tutto il Paese sono stati rilevati 10 siti di impatto. Danni ingenti a diversi edifici nei siti colpiti dai missili iraniani, anche a Tel Aviv.
Lancio missili contro Israele, 86 feriti
E' di 86 feriti il bilancio dell'attacco missilistico iraniano contro Israele ricoverati negli ospedali israeliani a seguito dell'attacco missilistico iraniano. A dichiararlo è stato il ministero della Salute israeliano citato dal Times of Israel.
Teheran: preso di mira anche aeroporto Ben Gurion
Le Forze armate iraniane hanno annunciato di aver preso di mira diversi obiettivi in territorio israeliano, tra cui l'aeroporto Ben Gurion dopo l'attacco americano ai siti nucleari del Paese. La ventesima ondata dell'Operazione "ha iniziato a utilizzare una combinazione di missili a lungo raggio a combustibile liquido e solido con testata di potenza devastante", hanno dichiarato le forze armate in un comunicato citato dall'agenzia di stampa Fars. Tra gli obiettivi figuravano l'aeroporto, un "centro di ricerca biologica", basi logistiche e vari livelli di centri di comando e controllo.
Teheran chiede convocazione urgente del Consiglio Onu
L'Iran ha richiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In una lettera resa pubblica oggi, Teheran esorta l'esecutivo Onu a condannare gli attacchi statunitensi contro i suoi impianti nucleari. Nel messaggio, l'ambasciatore iraniano all'ONU, Amir Saeid Iravani, definisce l'attacco statunitense una "grave minaccia alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale" e conferma i dettagli dell'attacco, che ha colpito i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan nelle prime ore di oggi.
Secondo l'ambasciatore gli attacchi sono stati condotti "sotto la piena supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica", l'organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite. Gli attacchi violano la Carta delle Nazioni Unite e il Trattato internazionale di non proliferazione nucleare, si legge ancora nella lettera in cui si sollecita una riunione di emergenza "per esaminare questo atto illecito, adottare le misure necessarie per condannarlo e garantire che i responsabili non rimangano impuniti".
Pasdaran: "Gli Usa subiranno le conseguenze"
"Gli Stati Uniti dovranno sopportare le conseguenze di questo attacco aggressivo, come abbiamo ripetutamente avvertito. Le sue basi in Medio Oriente saranno ridotte in cenere". E' la minaccia lanciata dai Pasdaran dopo l'attacco condotto dagli Stati Uniti nella notte contro tre siti nucleari iraniani. I Guardiani della rivoluzione hanno quindi rivendicato di aver "usato missili a lungo raggio con combustibile solido e liquido, con testate distruttive e nuove tattiche per aggirare la difesa del nemico”.
"Gli attacchi hanno preso di mira l'aeroporto, un centro di ricerca biologica dell'entità sionista e basi di supporto e centri di comando e controllo a vari livelli del nemico", hanno sostenuto i Pasdaran.
L'Iran "ricorrerà a opzioni che vanno oltre le previsioni e i calcoli degli aggressori", che "devono aspettarsi risposte deplorevoli". E' la minaccia dei Guardiani della Rivoluzione riportata dall'agenzia iraniana Tasnim.
Houthi: "Pronti a colpire navi Usa nel Mar Rosso"
I ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato di essere "pronti a colpire navi e imbarcazioni americane nel Mar Rosso per difendere la propria sicurezza". Gli attacchi di questo tipo erano stati sospesi il mese scorso dopo la tregua annunciata da Donald Trump.
Gli Houthi hanno condannato duramente gli attacchi americani contro obiettivi nucleari iraniani, definendoli una "dichiarazione di guerra" contro Teheran e il suo popolo. "L’aggressione dell’amministrazione sconsiderata di Donald Trump contro tre siti nucleari iraniani è una dichiarazione di guerra flagrante contro il popolo fratello iraniano", ha dichiarato il governo houthi in un comunicato ufficiale. Il movimento ha inoltre avvertito che le proprie forze armate sono pronte "a colpire navi e imbarcazioni americane nel Mar Rosso".
Ambasciata Usa in Iraq riduce personale
Altro personale dell'ambasciata degli Stati Uniti ha lasciato l'Iraq nel fine settimana nell'ambito degli sforzi in corso per ridurre lo staff della rappresentanza nel pieno delle “tensioni regionali”. Lo ha reso noto un funzionario americano, dopo l'attacco americano ai siti nucleari iraniani.
“Nell'ambito dei nostri continui sforzi per snellire le operazioni, il 21 e 22 giugno è partito altro personale dall'Iraq”, ha dichiarato il funzionario statunitense all'Afp. Le partenze sono la continuazione di un processo iniziato la settimana scorsa “per eccesso di cautela e a causa dell'acuirsi delle tensioni regionali”, ha aggiunto. L'ambasciata e il consolato rimangono operativi.
Aiea: nessun aumento livello radiazioni in siti colpiti
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica delle Nazioni Unite ha annunciato che finora non è stato segnalato alcun aumento dei livelli di radiazioni nei siti nucleari attaccati nella notte a Fordow, Natanz e Isfahan. “L'Agenzia fornirà ulteriori valutazioni sulla situazione in Iran non appena saranno disponibili ulteriori informazioni”, si legge in una nota.