Israele, Netanyahu e i 65 mln incassati dal Qatar: ecco la "pistola fumante"

Un'operazione di spionaggio svelata nel 2019 ha fatto emergere gli accordi segreti e i giri di denaro. La fine politica di Bibi

di Redazione Esteri
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Benjamin Netanyahu 
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Israele, Netanyahu e le "carte segrete". Per il presidente è il capolinea politico

La guerra tra Israele e i palestinesi continua e anche sotto Natale ci sono stati bombardamenti nella Striscia di Gaza ma anche in Cisgiordania, colpita anche la città santa di Betlemme. Ma al termine di questo conflitto, con ogni probabilità, nulla sarà più come prima anche in Israele. La posizione del presidente Netayahu infatti - si legge su Il Fatto Quotidiano - è sempre più in bilico e recenti documenti "top secret" svelati rappresenterebbero la classica "pistola fumante" e la fine politica per Bibi. Nel gennaio 2019, l’agenzia Reuters scoprì le prime informazioni sul "Progetto Raven", un’operazione di spionaggio informatico ad ampio raggio condotta da ex agenti della Nsa messi sotto contratto dagli Emirati Arabi Uniti. Hanno raccolto enormi quantità di documenti riguardanti diversi obiettivi, tra cui attivisti, giornalisti ed enti governativi stranieri in alcuni Paesi, come Turchia, Francia, Yemen, Iran, Qatar, Libano e Israele.

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Le "carte" che comprovano l’Operazione Raven - prosegue Il Fatto - sono uscite dal 2019 in forma discontinua e molto parziale. Tre lettere sono del 2012 e menzionano una sovvenzione di 15 milioni di dollari a Benjamin Netanyahu e un’altra di 5 milioni di dollari ad Avigdor Lieberman (per il blocco Likud-Israel Beiteinu), nella loro prossima campagna elettorale. Le altre due lettere risalgono al 2018 e riguardano una sovvenzione di 50 milioni di dollari a Netanyahu per lo stesso scopo. Solo coincidenze? Questa “Wikileaks del Golfo” – adesso che ha avuto il timbro israeliano con l’autorevolezza di Memri – potrebbe rappresentare la prova per costringere Netanyahu, come invocano milioni di israeliani, a lasciare il governo.