Kamala Harris, la rapida caduta di un potenziale presidente

Un vicepresidente facile alle gaffes. Zero risultati e nessuna difesa delle donne afgane

di Daniele Rosa
Kamala Harris  Lapresse
Esteri
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Avvocato di successo, politico capace, donna e di colore con origini indiane e giamaicane e poi vicepresidente degli Stati Uniti d’America con un presidente di oltre 80 anni, tutte carte vincenti per immaginare per Kamala Harris un futuro radioso da primo presidente donna americano.Ma il destino sembra non volere che tutto questo accada perchè l’astro nascente, dalla prima settimana di giugno, ha cominciato un crollo politico che sembra non avere fine.

In quel periodo la Harris stava preparando il suo primo viaggio all’estero per gestire la difficilissima crisi migratoria con il Messico. Un compito importante da “quasi presidente”. Ma da quel momento il democratico ha inanellato una serie di gaffes, una su tutte quella di raccontare di essere stata già al confine conio Messico quando invece non ci era mai stata.

E in Guatemala ha peggiorato la situazione avvertendo tutti quelli che stavano pensando di migrare negli Stati Uniti senza documenti di non farlo. "Non venite, non venite", ha detto Kamala scatenando indignazione soprattutto nella sua base politica.

Da quel momento la sua popolarità ha cominciato una discesa a picco. I sondaggi dei conservatori indicano che il suo livello di popolarità è il più basso per un vicepresidente da oltre 50 anni , mentre tra i sondaggi dei liberali si arriva “solo” ai 30 anni ,sempre paragonandoli ai sette mesi in carica.

Le aspettative su di lei erano alte, soprattutto considerando un presidente di 82 anni che potrebbe fare soltanto un biennio, ma la mancanza di risultati concreti nella crisi migratoria ha scatenato la miccia.

Le colpe però, secondo molti osservatori, non si limitano a questa défaillance. Kamala Harris non ha mai tenuto una conferenza stampa, salvo poche parole durante una visita in Vietnam e soprattutto è praticamente scomparsa durante il ritiro americano dall’Afghanistan.

Una sola volta, velocemente, ha difeso la decisione di Biden di porre fine alla guerra, ha evidenziato il modo in cui si stava svolgendo l'operazione di evacuazione e ha ringraziato gli alleati per la loro collaborazione. In meno di dieci minuti ha risolto la questione. Da allora, ha chiuso le comunicazioni pubbliche.

Il mondo femminista si sarebbe aspettato qualche presa di posizione a favore delle donne afgane ma il silenzio del vicepresidente è stato assordante.

Un altro sondaggio del Los Angeles Times ha rivelato come siano gli uomini, il 56%, contrari all’operato della Harris, contro un 44% delle donne. Solo la comunità nera sembra sostenerla con un 65%.

Nei social network ci sono centinaia di migliaia di messaggi con "attacchi sessisti, violenti e misogini nei suoi confronti”.

Il ritiro dall’Afghanistan ha punito pesantemente la coppia presidenziale e  il calo del sostegno potrebbe danneggiare i Democratici nelle elezioni legislative del prossimo anno, dove potrebbero perdere il controllo della Camera dei Rappresentanti e del Senato.

C'è ancora molta strada da fare prima delle elezioni presidenziali del 2024. Ma il calo di popolarità sta pesando sia su Biden che su Harris. E Donald Trump sta sulla sponda del fiume.